Tre anni dopo la pubblicazione di un album che vende più di un milione di copie nella sola Francia, il primo live che entra direttamente alla numero uno delle classifiche francofone e l'ennesimo cambio di line-up, gli Indochine vogliono cercare di replicare il successo dando alle stampe il primo album doppio d’inediti. Il risultato è "Alice & June".

Come il precedente "Paradize", anche questa pubblicazione ha degli ospiti illustri: il più importante è Brian Molko, cantante dei Placebo che canta in "Pink Water". I suoni cambiano molto rispetto a "Paradize", infatti, la distorsione è sostituita dall’orecchiabilità dei pezzi e ci molte più cavalcate rock. Dopo una breve introduzione "La Promesse", delle note di piano che assumono toni oscuri apre "Les Portes Du Soir", e già qui si nota come il gruppo vuole evidenziare il basso suonato da un Marc Eliard molto in forma, a discapito delle chitarre distorte che hanno trovato sfogo in "Paradize". "Alice & June", primo singolo estratto, e "Gang Bang" sono due pezzi rock orecchiabili dall'incedere veloce, dove il leader Nicola Sirkis sembra voler riprendere in un'altra chiave musicale, sonorità del vecchio album "Wax" del 1996, un disco sottovalutato del gruppo. "Ladyboy" non è un pezzo indimenticabile, molto orecchiabile, cupo ma non emoziona. In "Black Page" invece una chitarra distorta trova spazio in un pezzo molto forte già di per sé. Ma un capolavoro del gruppo è il pezzo cantato con Brian Molko. "Pink Water III", versione franco-inglese, vede mischiare le sonorità elettroniche dei migliori Indochine con quelle dei migliori Placebo: il pezzo è un lungo tappeto di tastiere che elevano il pezzo anche in maniera angelica e interpretata alla perfezione dal cantante parigino e dall'ospite illustre. In "Adora" invece il gruppo unisce alla perfezione tutte le sonorità che lo hanno caratterizzato dagli esordi ad oggi. "Un Homme Dans La Bouche" è un tentativo di musica dark, poco riuscito ma non da scartare. "Vibrator" è una scarica rock che ti prende subito dalle prime note e non ti lascia fino alla fine. Meno orecchiabile delle canzoni precedenti, ma più coinvolgente. Il primo cd si chiude con "Ceremonia", in cui fanno la loro comparsa anche gli archi e i sintetizzatori anni '80. Un primo disco che lascia l’ascoltatore a bocca asciutta, con poca qualità e molte delusioni.

"Le Pacte" è l'introduzione del secondo disco, seguito da "June", pezzo che già dalle prime note fa intendere che il meglio deve ancora arrivare e in "Sweet Dreams" si sente si sente una chitarra acustica. Finalmente arriva il bello: "Belle & Sebastiane" è un pezzo che vale l'acquisto del doppio. La melodia caratterizza molto il gruppo e ricorda tempi ormai andati. In "Crash Me", musica rock ed elettronica si fondono a perfezione, ma i cori e i sintetizzatori elevano il pezzo ad un livello di fattura molto alto. Adesso arrivano due duetti: "Aujourd'hui Je Pleure", eseguita anche dagli AqMe, e "Harry Poppers", scritta ed eseguita in collaborazione con Didier Wampas. La prima traccia è l'unica non scritta dai membri degli Indochine dove i nove componenti totali delle due band sembrano voler sprigionare rabbia dal profondo del loro cuore, espressa anche dalla voce dei due cantanti che interpretano nel migliore dei modi il pezzo. Il secondo duetto invece ha un ritmo più veloce e serrato mantenendo la rabbia della canzone precedente espessa anche da Wampas, che canta come un cantante punk degli ultimi anni '70. Il contrasto con "Talulla" è notevole. Infatti, è una canzone acustica, dolce e malinconica, che lascia il segno ancora una volta nel cuore dell'ascoltatore. "Morphine" sembra la continuazione di "Juste Toi Et Moi", ma il risultato è veramente ottimo, in grado di stupire ed emozionare positivamente l'ascoltatore fino alla fine. Chiudono "Starlight", suonata con Scala e Kolacny Bros, una canzone per nulla impegnativa e molto convincente, e "Pink Water II", versione inglese, per terminare un secondo disco veramente ottimo.

I testi non sono ancora stati pubblicati tutti, ma per quanto riguarda le musiche il duo Sirkis/Gérard ha voluto coinvolgere di più gli altri componenti, ottenendo dei risultati non entusiasmanti e, a volte, deludenti, eccezione fatta per il bassista Marc Eliard. Complice il primo disco dei due, il totale è il punto più basso toccato dal gruppo negli ultimi dieci anni d’attività, visto i precedenti "Wax" (1996), "Dancetaria" (1999) e il capolavoro indiscusso "Paradize" (2002), ma anche questo contiene delle composizioni d’alta fattura.

Elenco tracce e testi

01   Alice & June (03:48)

Et 1, 2, 3,
Alice est née au pays des cauchemars
Je voudrais juste la rassurer
Et 1, 2, 3, Alice est tombée dans un trou noir
Je pourrais peut-être la sauver

Mais qu’est ce qu’on a fait demain
Je ne me rappelle de rien
Il y a beaucoup trop de monde autour de moi
Alice ne te retourne pas

Et 1, 2, 3, Alice est née dans un endroit
Un endroit qu’il ne fallait pas
Et 1, 2, 3, Alice au pays des étoiles

Il était une fois quelqu’un comme moi
Et si tu me bois je crois que tu grandiras

Et 1, 2, 3, Jésus-Christ est tellement mort pour rien
J’espère que tout ira bien

Mais c’est qu’ici il n’y a plus de place
Pour qu’elle puisse grandir davantage
Elle n’avait juste qu’un ennui
C’est de comprendre les jours de pluie

Mais je suis là

Et 1, 2, 3, Alice est née au pays des cauchemars
Je voudrais juste la rassurer
Et 1, 2, 3, Alice est tombée dans un trou noir
Je pourrais peut-être la sauver

02   Alice & June (The Hacker remix) (06:55)

03   Alice & June (DIRTY HARRY remix par oLi dE SaT) (09:00)

04   Alice & June (Bosco remix) (05:28)

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