La scoperta e’ l’apparire di un mondo (*).

Ho scoperto da poco, grazie a questo sito, Luis Alberto Spinetta, ed è stata una mezza folgorazione.

Mi è sembrato, e mi sembra tuttora pazzesco, che in Italia sia praticamente sconosciuto, come si può capire dalla quasi totale assenza di materiale su di lui sulle pagine web di lingua italiana (la sua fama in Argentina è paragonabile, a leggere su youtube, a quella qui da noi di Lucio Battisti, praticamente un mito nazionale) .

Faccio una piccola premessa: io il cantato in spagnolo lo detesto o, se non lo detesto del tutto, ci andiamo molto vicino.

Sarà colpa della “sindrome di Julio Iglesias”, come dice un mio collega della mia stessa generazione, quella formatasi ascoltando musica alla fine degli anni ‘70?

Forse si, sicuramente sarà colpa del figlio Enrique, aggiungo io…

E così a mio avviso quasi l’intera generazione dei miei coetanei , pure coloro innamorati di certa musica come il prog anni 70, per reazione si è persa la musica “prog” di Luis Alberto Spinetta e delle sue tre band, Almera, Pescado Rabioso e Invisible.

Ma non è mai troppo tardi, come è successo a me.

Durazno Sangrando è il secondo album degli Invisible, la terza band di Spinetta.

Parlavo di Lucio Battisti?

Ecco, se dovessi musicalmente definire questo album in poche parole, direi questo:

Chi di Battisti ama soprattutto Anima Latina potrebbe innamorarsi perdutamente di questo album (guarda caso il primo pezzo si chiamaEncadenado al Anima”).

Ci si può infatti ritrovare quell’atmosfera e quel sound, tipico dell’album di Battisti, che io definirei “psicanalitico”, fatto di brevi frammenti strumentali, accenni di melodie, cantato con echi di sottofondo, molto vicino al jazz-rock, cambi di tempo, atmosfere soffuse, voci filtrate.

Come pezzi suonati dal fondo di un sogno.

Ma ci si può anche trovare echi di Pink Floyd, come nella title track “Durazno Sangrando, un walzer lento dal testo estremamente suggestivo (una storia botanico-esistenzialista).

C'è un pezzo estremamente lirico come "En una Lejana Playa del Animus" (ancora l'anima) che immaginerei bene cantato in certe sue parti dalla voce di Manuel Agnelli (quello di Dentro Marylin o di Estate).

C’è poi l’ultima traccia Dios de Adolescencia, tropicale, spensierata (come il titolo, tanto XTC, sembra suggerire), a ritmo di samba, che definirei etnica come etnica (latina) puo’ essere definita, in Anima Latina, “Due Mondi”.

Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma mi fermo qua, semplicemente ve lo consiglio caldamente.

“Grazie Flaco, grazie di essere passato da questo pianeta” (da un commento letto su Youtube, a cui mi unisco sinceramente).

(*) Veramente Thomas Metzinger nel suo libro “Il tunnel dell’Io” usa questa splendida metafora come incipit per definire la coscienza, non la scoperta, ma a me piaceva anche usarla in questo contesto.

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