Difficile recensire il quindicesimo album di una band come gli Iron Maiden.
Difficile nel 2010 dire qualcosa di nuovo per le vergini della roccia.
Difficile risultare innovativi senza essere picconati dai nostalgici.
Difficile rimanere ancorati al loro sound tradizionale senza sentirsi vecchi.
Difficile tutto per chi si porta sul groppone un nome tanto ingombrante.
I professori sono lì pronti a sparare e i nostalgici pronti a rinnegare il loro proselitismo verso i loro vecchi padri. Tutte balle. Questo "The Final Frontier" è davvero un bell'album. Un po' pesantuccio diciamolo, forse prolisso il alcune sue pagine, forse non piacerà ai nostalgici del vecchio sound delle vergini della roccia ma sostanzialmente davvero un bell'album, forse il migliore degli ultimi 3 o 4.
Certo l'introduzione al primo brano "The Final Frontier" lascia a dir poco sbigottiti. La copertina dice Iron Maiden, ma diavolo le prima note risultano solenni e apocalittiche e la voce di Bruce Dickinson smarrita quasi. Un intro solenne e quasi liturgico, seguito dall'orecchiabile "The Final Frontier", brano leggero e coinvolgente. E' con la seconda track "El Dorado", scelta forse un po frettolosamente come single di un album pieno di belle canzoni, che la band comincia a scaldare i motori. Il sound è davvero coinvolgente, e anche se la canzone si perde poi in una melodia piuttosto banale ci sono alcuni momenti davvero trascinanti.
"Mother of Mercy" che segue è un pezzo stupendo: la voce di Bruce Dickinson si inerpica dove i comuni mortali non giungono e disegna scenari splendidi. Una delle migliori ballate degli Iron Maiden di sempre, e non esageriamo nel dire ciò. La seguente "Coming Home" è un pezzo carico di nostalgia e di pathos, un altra perla del disco. Un altro paio di perle dell'album sono nella seconda parte del lavoro. In particolare la drammatica "Strablind" splendida nella sua intensità e nel suo crescere.
Anche "Isle of Avalon" e "The Talisman" sono pezzi da applausi, e se questi pezzi non ricordano molto il vecchio sound degli Iron Maiden , be', non me ne vogliano i fondamentalisti, ma si tratta di pezzi molto belli e intensi. Il passaggio dalla parte acustica a quella elettrica di "The Talisman" è spettacolare! L'unico spazio che gli Iron Maiden concedono al loro passato è "The Alchemist", in cui i vecchi riff sembrano riportarci all'epoca di "Number of the Beast".
In chiusura: non ne ce ne vogliano davvero i vecchi nostalgici ma questo "The Final Frontier" è davvero un signor album, a prescindere dalla sua lontananza con il vecchio sound delle vergini della roccia.
Lunga vita ai Maiden!!!
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Altre recensioni
Di the green manalishi
"The Final Frontier è invero quello in Lombardia si definisce un 'quadrello', ossia un mattone, estremamente pesante."
"Di dischi di studio è proprio il caso che gli Iron Maiden non ne facciano più!"
Di velu
"The final frontier è un album autoreferenziale al massimo, quasi al livello del plagio di se stessi."
"Non ci si aspetta che gli Iron sfornino un’altra 22 minutes, the trooper o run to the hills, ma stavolta non riesco a trovare neanche un brano che possa rimanere nel tempo ed essere ricordato."
Di Adrian
Se si riesce a suonare qualcosa che ancora si fa ascoltare dopo trent'anni direi che si può già parlare di un mezzo successo, e questo mi basta.
Un disco che sostanzialmente di nuovo non ha niente, ma che può comunque piacere senz'ombra di dubbio ai fan della Vergine di Ferro.
Di ciaio87
Questo album è un album da capire, non è un album diretto con canzoni da 3 minuti che lasciano subito il segno.
Non ha nulla da invidiare ai grandi album del passato... È SOLO CAMBIATO IL LORO MODO DI FARE MUSICA.
Di metafisico
Qui c'è metafisica, voglia di riflettere, ma anche la capacità unica di sprigionare energia.
Il vecchio sound Maiden è morto e sepolto. E non c’è nulla di più grandioso che sterzare e fottersene andando avanti.