Decimo lavoro in studio per uno dei più prolifici, amati e scopiazzati gruppi Heavy-metal che abbiano mai calcato il nostro pianeta, gli Iron Maiden!

I nostri cinque con questo decimo album (senza contare singoli, live e raccolte) danno una svolta alla loro carriera, o almeno tentano, perchè questa nuova avventura della vergine di ferro con Blaze Bayley dietro al microfono, sarà solo una breve parentesi che si chiuderà dopo soli due lavori, accolti malamente a causa del sound più cupo e della differenza tra Blaze e l'ex singer Dickinson. Ma io devo dire che in tutta franchezza ho trovato questo disco di gran lunga superiore al precedente "No prayer For The Dying", e la prestazione di Blaze è eccezionale, certo lui è Dickinson hanno due timbri vocali totalmente diversi ma questo non basta per sminuire il nuovo singer che a tratti ricorda il Paul Di'Anno dei primi due album dei Maiden.

In questo lavoro l'assenza più pesante a mio parere è la chitarra di Adrian Smith, ma adesso passo ad analizzare l'album traccia per traccia, ponendo sugli scudi "Sign Of The Cross", "Man On The Edge" e "Fortunes Of War". "Sign Of The Cross" apre il cd ed è introdotta da un coro gregoriano, è la traccia più lunga con i suoi oltre 11 minuti, caratteristica questa ricorrente nell'album, cioè lunga durata, un inizio lento e sommesso prima di giungere all'apice della canzone, "Lord Of The Flies" che è l'unica traccia che non ha un intro lento e che prosegue veloce e tirata per tutta la sua durata, "Man On The Edge" è la canzone più famosa dell'album ed è sostenuta dall'ottimo lavoro fatto dalle due chitarre, segue "Fortunes Of War" con cui si ritorno all'intro lento e cadenzato introdotto dal basso di Harris, segue "Look For The Truth" che scorre piacevolmente per tutti e 5 i suoi minuti, "Aftermath" che segue l'andamento della precedente ed esplode in tutta la sua potenza nella parte centrale, "Judgement Of Heaven", "The Edge Of Darkness", "Bloond On The World Hand's", "2 A.M." e "The Unbeliever" chiudono quest'ottimo lavoro, sono tracce cupe, di durata medio alta, e che mostrano un Blaze riempire di pathos ogni singola linea vocale.

In conclusione posso affermare, nel pieno delle mie facoltà mentali, che questo non è il peggiore lavoro degli Iron Maiden, che Blaze Bayley è un ottimo cantante, e che dividerei il mio voto in due parti, alle prime 3 canzoni più "Blood On The Worls's Hands" darei 8, al resto 6,5!

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