Era l'album Maiden che mi mancava per completare la discografia e allora, pur avendo sentito critiche su questo album soprattutto per quanto riguarda il sostituto di Dickinson, Blaze Bayley, lo compro e me lo sento con tutta calma a casa, rinchiuso come in conclave nella mia camera, riesco ed è fumata bianca, finalmente ho trovato un album dei Maiden che non mi piace !

Vado su DeBaser e guarda cosa ci trovo una miriade di rece dei Maiden ed una che riguarda "The X Factor" gli attribuisce perfino 5 stelle ! Sacrilegio ! Per me e credo per la maggior parte di debaseriani 5 stelle significa CAPOLAVORO, o almeno album eccellente, per me per quanto riguarda i Maiden capolavoro significa "The Number Of The Beast", "Powerslave" e "Seventh Son Of A Seventh Son", eccellente album per lo meno lo attribuisco a "Iron maiden", "Killers", "Piece Of Mind" e all'ultimo "A matter Of life And Death" e via maideniando fino alla sufficienza (un misero 2 stelle e mezzo) per "Virtual XI".

Per quanto riguarda "The X Factor" non sto a fare polemica come molti che lo considerano musicalmente un bell'album e prendono come capro espiatorio il povero Blaze, per me non solo Blaze era il candidato meno papabile alla successione del superbo Dickinson ma anche gli altri Maiden, a partire da Steve Harris, a mio parere non sono motivati, lo dimostra questo disco che è pieno di canzoni scialbe, espressione del peggior momento della carriera Maiden, di canzoni che sanno di riempitivi, canzoni che sanno di biscottino per i fans in attesa del ritorno del mai dimenticato Dickinson (e come si fa a dimenticare "il miglior cantante che i Maiden hanno avuto" parole di Paul Di'Anno sul DVD "Early Days"). Non ne cito neanche una perchè dovrei citarle quasi tutte, dico quasi, perchè a volte (poche volte per fortuna) in mezzo a dischi mediocri ci scappa la canzone capolavoro o la buona canzone, in questo caso l'epica e coinvolgente "Sign of The Cross", davvero un'ottima song che i Maiden non sfornavano da "Seventh Son of A Seventh Son" (eccetto ovviamente quella leggenda che è "Fear of The Dark"), e poi c'è "Man On The Edge" che nella sua semplicità (e lasciatemelo dire banalità) è in classico stile Maiden, una formula che varrà per gli opener dei dischi dei Maiden a partire da "Viritual XI", ovvero uno stile di canzone orecchiabile, un'orecchiabile che non vuol dire pop-rock, ma che significa heavy metal semplificato per le masse, tipo "Futureal" o la recente "Different Worlds" (che ritengo ottime canzoni) per capirci.

E poi dopo dischi per lo più ariosi e freschi come "Seventh Son of A Seventh Son" o stradaioli come "No prayer For The Dying" non ci si attende quel velo darkeggiante che copre tutte le canzoni, quasi doom metal, per concludere: anche i miti a volte fanno cazzate !

P.S. mi scuso per aver commentato ancora una volta gli Iron Maiden, di cui DeBaser sovrabbonda, ma volevo dire la mia, scusatemi ancora, lo so che sono tante, ma se non la volete non pubblicatela, per me l'ho scritta abbastanza bene.

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