Il panorama dell'animazione nipponica è sempre stata un realtà pressochè sconosciuta alla maggior parte del mondo occidentale. In ambito cinematografico poi, i capolavori che apparivano sui teleschermi del Sol Levante non hanno mai trovato da noi nè la giusta diffusione nè il giusto riconoscimento. Solo recentemente, abbiamo potuto assistere ad una piccola inversione di rotta, che ha coinvolto prevalentemente i capolavori editi dal famoso Studio Ghibli, partoriti dalla mente del grande Hayao Miyazaki. Mentre l'intero occidente non fa che riservare ovazioni per la riscoperta di piccoli grandi gioielli che gli otaku si erano goduti già molti anni prima, dispiace constatare come una tale apertura sia indirizzata ad un solo altisonante nome. Miyazaki si merita sicuramente tutto questo successo, ma credo sarebbe giusto che la distribuzione voltasse lo sguardo verso altre produzioni ugualmente meritevoli, se non di più. A maggior ragione poi, se provengono dallo stesso studio d'animazione. 

E' questo infatti  il caso del magnifico "Una Tomba Per Le Lucciole" di Isaho Takahata, guarda caso cofondatore con Miyazaki dello stesso studio Ghibli e anche lui famoso regista nipponnico a cui dobbiamo serie ormai leggendarie (che però personalmente non ho mai digerito) quali Heidi e Lupin. E' bene precisare immediatamente che il lungometraggio in questione non ha nulla che rimandi alle bellissime atmosfere fiabesche di Miyazaki, ma è invece fondamentale sottolineare lo stampo realista dell'intera opera, che fa della propria crudezza e drammaticità i suoi punti di forza, e che mi induce sicuramente a sconsigliarlo ad un pubblico di bambini. Se infatti le opere del regista de "La Città Incantata" sono interpretabili su differenti piani di lettura, portando i piccoli telespettatori a farsi comunque coinvolgere, l'opera di Takahata non prende sentieri laterali, ma va dritto al cuore senza utilizzare stratagemmi di sorta. 

 Giappone, 1945: Siamo all'indomani della resa del Giappone all'America durante il secondo conflitto mondiale e alla stazione di Kobe, un ragazzino di 14 anni  muore di stenti in mezzo alla strada tra l'indifferenza dellle persone lì presenti. In mano solo una piccola scatola di caramelle, vuota e malconcia. Il nome di quel ragazzino è Seita e il perchè sia andato incontro ad una fine tanto triste e tragica, sarà il fulcro dell'intera vicenda. Il film infatti si svolge come un lungo flshback che precede la dipartita del piccolo. Mentre il Giappone è infatti continuamente preda di bombardamenti e attacchi da parte dell potenza americana, Seita si trova a doversi occupare di sua sorella Setsuko, una dolcissima bimba di 5 anni, dopo che l'ultimo attacco ha provocato la morte della loro madre. Non potendo contare sulla figura paterna, impegnata al fronte, i nostri piccoli protagonisti trovano momentaneo riparo da una zia che inizialmente li accoglie calorosamente. Quando i rapporti cominciano a farsi tesi, Seita scappa, portando con se la sorellina, e insieme trovano riparo all'interno di un vecchio rifugio. Da lì comincerà la loro lotta per la sopravvivenza, in un mondo che non avrà pietà per la loro innocenza. A distrarre i due dal clima di orrore che li circonda, solo una piccola scatola di caramelle, che una volta svuotata del prorprio contenuto, diventa un contenitore dove Seita rinchiude alcune lucciole, in modo da poter dare un piccolo motivo di svago alla dolte Setsuko. 

Ma quanto può essere di conforto un simile gioco, quando non si ha qualcosa con cui potersi nutrire?

Un'interrogativo che nel suo trovare risposta, ci riporterà al tragico inizio, in un crescendo di orrore e commozione. Una Tomba Per Le lucciole è infatti  struggente come pochi altri prodotti, ma al contrario di molti di essi,  non lo è in maniera forzata. Le tinte con cui lo sviluppo della trama è tratteggiata sono sempre abbastanza delicate, e le scene non si svolgono con in sottofondo ingombranti musiche che spingono le lacrime a salire. La musica infatti è davvero poco presente, ma quel poco che ci troviamo ad ascoltare tocca le corde dell'animo nella maniera giusta, senza sensazionalismi. Le immagini che si susseguono sullo schermo sono comunque crudissime... i cadaveri, i feriti, i paesaggi devastati, le fosse comuni, sono lì, a simboleggiare la pazzia del mondo. Anche la palette cromatica si rifà ai marroni e ai grigi, portandoci così a respirare quell'aria malsana di violenza. 

I disegni, nel tipico stile Ghibli, non fanno che aumentare il contrasto tra l'angosciante atmosfera e la purezza che caratterizza i nostri piccoli protagonisti. Di fiabesco infatti c'è solo il tratto che li porta sullo schermo, con gli sguardi intensi della piccola Setsuko a donare i momenti più dolci dell'intera pellicola. E' infatti un tuffo al cuore il suo entusiasmarsi per le piccole cose, i suoi sorrisi diretti al fratello. Il rapporto tra la piccola e Seita è poi così simbiotico, che la sua fine crea nello spettatore uno sgomento difficlmente spiegabile a parole.

Uno sgomento e un disgusto che ci rimane addosso anche dopo aver spento il lettore Dvd o aver abbandonato la sala...

Un'orrore tangibile come l'odore del fumo delle esplosioni che penetra nei polmoni.

Uscito nel 1988 in contemporanea con "il mio vicino Totoro" dello stesso Miyazaki, questo piccolo capolavoro è stato malamente bistrattato e al tempo messo in ombra dal suo diretto "antagonista". Ora che Totoro è uscito nelle sale italiane, fatevi il favore di guardare anche questo anime. 

Se saprà toccarvi il cuore anche solo la metà di quanto abbia fatto con me, non potrete che cedere alle lacrime e ringraziare che un simile orrore, non faccia più parte del nostro vivere.

Con un pensiero a chi, purtroppo, condivide con esso ogni alba e ed ogni tramonto.


  • Bartleboom
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Sarà che sono un mollazzone mozzarellone, ma questo anime mi ha commosso profondamente. Bellissimo.
  • Hell
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Me lo vedo volentieri. Se lo trovo..
  • fritz
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Splendido.
    Per la stessa serie cerca allora anche Barefoot Gen (da noi Gen di Hiroshima).
  • psychopompe
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Mi ricordo che lo cercavo nei primi 90, arrivai a chiederlo alla defunta Yamato Video, ma nada de nada. E puttana eva, non l'ho mai visto, manco quando stavo in Giappone e avrei potuto noleggiarlo a due lire.
  • Contemplazione
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Bellissimo e poetico!
  • LRS
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Ce l'ho, si trova facilmente sul mulo. Devo ancora vederlo però...
  • Morgan
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Per una volta il termine capolavoro non è usato in maniera impropria.
  • Morgan
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Tra l'altro Totoro è uscito solo adesso in italiano, mentre questo, meno famoso, già era stato doppiato, anche se non è più reperibile. Comunque basta cercarlo su internet.
  • fosca
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Adesso il film si trova facilmente in rete ad esempio tramite il mulo. Recensione molto bella per un film che mi ha ridotto una pozzetta di lacrime....
  • miramar
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    volevo andarlo a vedere qualche giorno, ma poi ho deciso di no e sicuramente ho fatto male
  • macaco
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Che mi venga un colpo se non lo sto guardando in questi giorni (orami i film li guardo tutti a spezzoni). La rece la leggo a visione terminata.
  • panapp
    29 set 09
    Recensione: Opera:
    Recensione buonissima e film capolavoro che mi piega alle lacrime ogni volta che lo vedo (e l'ho visto molte volte): mi spiace dire che sia però l'unico film di Takahata così meritevole, dato che tutti gli altri sono o esercizi di stile, o noiosissimi polpettoni, o film basati su sentimenti ed eventi così delicati da sfiorare spesso la linea della noia. Questo, però, non inficia sulla qualità assoluta di questa pellicola eccezionale.
  • macaco
    30 set 09
    Recensione: Opera:
    Si, mi é piaciuto molto. Curioso é che l´abbia trovato in torrent col nome di Miyazaki al posto di quello di Takahata. La rece é ben scritta. Avrei magari evitato il paragrafo con la trama, dove tra l´altro dici che la scatola di caramelle era vuota. Invece conteneva qualcosa di molto importante.
  • SUPERVAI1986
    30 set 09
    Recensione: Opera:
    capolavoro....mi ha fatto piangere un sacco di volte, BASTARDO! __
  • Tiz
    30 set 09
    Recensione: Opera:
    La vita non è bella.
  • gae
    30 set 09
    Recensione: Opera:
    Bravissimo. Che dire dell'opera? Capolavoro dell'animazione, allo stesso tempo intenso, commovente, violento e poetico. Lo vidi per la prima volta da piccolissimo e l'ho rivisto qualche anno fa a scuola, lo proiettarono grazie a Dio al posto di una stronzata sui messaggi subliminali nei cartoni animati, e tutti facevano commenti stupidi come se il film fosse una cosa da ridere. E uno dei redattori del giornalino scolastico ha avuto anche il coraggio di scrivere "all'assemblea hanno proiettato un film giapponese stupido e superficiale", accidenti a lui. Mi hai messo una voglia di rivederlo, peccato che ce l'abbia in VHS e il registratore sia rotto.
  • lazy84
    1 ott 09
    Recensione: Opera:
    me lo cerco
  • Hell
    15 dic 09
    Recensione: Opera:
    Straziante...
  • proggen_ait94
    21 feb 15
    Recensione: Opera:
    E' bello ma è un anime che punta troppo alle lacrime. E' così evidente che tutto il film si sforza in ogni modo di commuoverti che a me dà fastidio. Bello e tutto, ma la malinconia e la sensazione di incompleto che un'opera come Porco Rosso ti può dare è ben lontana
    • proggen_ait94
      21 feb 15
      DAI PIANGI SONO BAMBINI ABBANDONATI A LORO STESSI DAI
    • adrmb
      4 ago 16
      L'ho rivisto oggi 'Porco Rosso' (filmone pure quello). E... non capisco il paragone sinceramente, Miyazaki è goliardico e leggiadro, spensierato come un bambino solo sa essere (e infatti scavalca bellamente qualunque implicazione politica/bellica nella pellicola), per quanto molto sensibile. Il film di Takahata invece è un'analisi sociologica dell'essere umano. Non capisco il paragone sinceramente, sono proprio due film agli antipodi, come le rispettive poetiche degli autori.
    • proggen_ait94
      4 ago 16
      intendevo dire che, pur essendo comunque un buon prodotto, è monodimensionale. Tutta l'analisi sociologica di cui parli non l'ho avvertita, è una catena di sfighe, semplicemente, queste cose non mi comprano più da tempo, sono tristi, ma troppo sopra le righe e finiscono per essere inverosimili e intangibili,come alcuni film neorealisti.
    • adrmb
      4 ago 16
      Categoria di sfighe ok, ma mica se le fanno piovere addosso da soli queste due sfighe ;)
      E' Seita che con la sua condotta deprecabile prima e l'escapismo poi condanna se stesso e la sorellina. Il fulcro del film è proprio quello (ma un ragazzo figlio del benessere degli anni '80, come reagirebbe davanti alla guerra se tornasse indietro nel tempo?)
    • proggen_ait94
      5 ago 16
      Intendi dire che reagirebbe così?
    • adrmb
      7 ago 16
      Secondo Takahata sì. :)
    • proggen_ait94
      9 ago 16
      Vedendo il film semplicemente credo che nessuno lo interpreterebbe così. Certo, se uno si va a leggere le dichiarazioni di takahata il film acquista una chiave di lettura in più, certamente più interessante. Il mio giudizio sul film non cambia però: vedendolo senza "approfondimenti" quello è
    • proggen_ait94
      9 ago 16
      Comunque "un ragazzo figlio del benessere degli anni '80, come reagirebbe davanti alla guerra se tornasse indietro nel tempo?" mi sembra un po' un tema del cavolo, cioè come dire "i bambini di adesso sono dei rammolliti?"
    • adrmb
      9 ago 16
      "Certo, se uno si va a leggere le dichiarazioni di takahata il film acquista una chiave di lettura in più, certamente più interessante." Sì e no, nel senso che giustamente l'implicazione sul pensiero ottantino non la si può sapere. Però mi pare che la condotta idiota di Seita sia ben rappresentata nel film, quindi mi stupisco di come il 99% delle persone che lo visionino si scaglino unicamente contro il personaggio della zia, demonizzandola eccessivamente. Ma non è la prima volta che capita con un film dello Studio.
      'La città incantata'. "Chihiro è una bambina viziata." MA DOVE?

      Comunque non volevo farti cambiare idea, tranquillo. :P
    • proggen_ait94
      10 ago 16
      Io l'avevo notata ma pensavo fosse inteso come ragazzo integro/ingenuo blablabla. Comunque dai son uscite cose interessanti da questa discussione alla fine
    • adrmb
      10 ago 16
      Si! ^^
  • adrmb
    23 apr 16
    Recensione: Opera:
    Filmone, anche se non il mio preferito di Takahata (e questo la dice lunga sul suo livello registico). Sublime analisi che mette a nudo la meschinità, l'egoismo e l'insofferenza dell'essere umano.
  • Giangiorgio
    30 apr 19
    Recensione: Opera:
    Boh… sì è fatto benissimo… sì è simbolista… sì è crudo, diretto, feroce… però ragazzi, du'palle… ma poi non ha neanche senso
  • Martello
    3 set 21
    Recensione: Opera:
    Quante notti insonni ho passato a causa di questo film, quante.
    E già che ci sono:qualcuno rivaluti I miei vicini Yamada, non sarà Una tomba per le lucciole o La principessa splendente ma è.una buona deviazione, stile d'animazione particolare e buon umorismo che a volte sfocia anche nel nosense
  • MarkRChandar
    23 dic 21
    Recensione: Opera:
    Mio dio

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