Per chi vi scrive la miglior band degli ultimi 25 anni. E qui potrei già concludere la recensione.
Cosa aggiungere d'altro?
Americani di Boston autori di cinque album ufficiali; etichettati come Post-Metal. Ma è una definizione che risulta essere alquanto ristretta per il quintetto guidato dalle sacre mani di Aaron Turner.
Una nutrita serie di EP, di collaborazioni, di cover che vanno ad incrementare una discografia sempre eccellente, sempre ben al di sopra della concorrenza.
Temporal è una lussureggiante doppia raccolta postuma, edita nel 2012 dalla Ipecac Recordings di Mike Patton che non poteva non accorgersi della spaziale grandiosità del gruppo.
Non semplice l'ascolto; non facile avvicinarsi per i neofiti ad un suono corposo, pieno, intenso. Brani lunghi, lunghissimi come avviene nell'inedita "Grey Divide" dove il minutaggio supera i minuti 16... Canzone che al meglio identifica il magistrale ed inimitabile suono di una macchina perfetta. Pieni e vuoti che si rincorrono nello scorrere del minutaggio. Un fiume in piena, pronto alla tracimazione, alla colata lavica...ma d'improvviso tutto si quieta, rallenta, si affievolisce. Il muro sonoro diventa bianco candore; passaggi soffusi, momenti emotivamente intensi...poi ancora un cambio, inaspettato. Il suono ritorna duro, violento, incontenibile. Gli strumenti urlano il proprio dolore, guidati da una basso annichilente. In un attimo sei alla fine, ma per quanto mi riguarda sarei pronto a ripartire nell'ascolto. Tutto da capo, ancora, ancora ed ancora... Non c'è voce, non c'è il cantato furente di Aaron: almeno per questa volta non serve.
Mi piace paragonare gli Isis agli altrettanto immensi God Machine: la stessa capacità innata di plasmare, di "giocare" con le emozioni, con continui saliscendi musicali ricchi di tensioni e di pacatezza.
Le restanti canzoni della compilation non sono da meno: versioni demo, cover di Godflesh e Black Sabbath, remix ed ancora un inedito, che da il titolo alla raccolta.
Ho avuto la beata fortuna di vedere gli Isis dal vivo nel 2007 all'ormai defunto "Transilvania" di Milano: conservo dentro di me vividi ricordi, allucinanti ricordi...
Ad Maiora.
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