L'arte è passione e razionalità. Senza qualcosa che il nostro animo necessita di dire non possiamo creare niente di nostro e senza un minimo ragionamento non possiamo creare qualcosa di ben definito. E' una donna bellissima l'arte, infarcita di passionalità ma con una forma calcolata: la bocca, gli occhi, le mani, le cosce, i seni, i capelli, ogni singolo neo è frutto di un processo tra il bisogno di esprimere qualcosa e il ragionamento su come esprimerlo. Guardando opere di pittori e scultori, possiamo vedere come le loro opere siano il risultato di una necessità interiore ma ogni opera è racchiusa in un rettangolo, tutte hanno un confine dove l'artista può esprimere tutto il proprio estro. E' tutto qui. Ma che accadrebbe se la passione o la razionalità prendessero il sopravvento dell'artista?

Πάθος
Cos'è la passione? La passione è desiderio, è ciò che non possiamo controllare e che abbiamo l'esigenza di esprimere. Che sia una preghiera al padre eterno o una storia di solitudine nel giorno di Pasqua o
chissà che altro, rimane il bisogno del nostro lato più emotivo. La passione non solo può essere arte: la passione si può incanalare nell'amore, è anche questa una nostra esigenza che incanaliamo nei confronti di un'altra persona; il ragazzo ripetente e la professoressa sono coinvolti in qualcosa che per una serie di motivi vorrebbero evitare ma di cui non possono fare a meno, sono così coinvolti dai loro sentimenti proiettati verso l'altra/o che continuano ad assecondarli, pur temendo tutto ciò che ne può conseguire. Oppure, può essere un'amore estivo come a tutti è capitato e che con l'arrivo della pioggia di settembre ci toccherà separarci da quella persona, da quella Cleo che tutti noi abbiamo avuto nella vita e che non sapremo mai se la rivedremo o no. E' questa la passione: il proprio motore creativo, puro bisogno che vive libero nel mondo ma che ha bisogno anche di limiti minimi per non annacquare il proprio messaggio.

Λόγος
Alla passione però va messo come ostacolo il nostro lato razionale, quello che mette dei paletti ai nostri desideri. Magari nel proprio recinto ci si può star stretti, ma ciò non ci vieta di esprimerci anche se con qualche limitazione, magari ti trovi a raccontare a qualcuno una tua serata tra alcol e baldoria accompagnato da una tua amica e, per non rendere la storia troppo forte, modifichi le parole che un camionista ti disse in merito della tua amica. Oppure, rimani nella tua confort zone, in ciò che tu hai sempre fatto per non tradire la tua identità ma sai benissimo che hai lo stimolo di provare a fare qualcosa di nuovo. E per quanto il divertimento tra poliziotti guardoni e il viaggio confuso di Ugo siano quello che abbiamo pensato, le opere escono fuori estremamente limitate nelle loro potenzialità. C'è la voglia di dire qualcosa, ma il tutto viene sviluppato in maniera troppo celebrale e lo spirito della propria idea si perde per strada.

Morale:In medio stat virtus. La virtù sta nel mezzo. Per trovare la propria dimensione espressiva, dobbiamo controllare i nostri impulsi sensibili e moderare le limitazioni che ci autoimponiamo; è come guidare una biga alata, con un due cavalli che prendono direzioni opposte e noi che dobbiamo decidere quanto spronarli o rallentarli.

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