Quando ho ascoltato questo album la prima volta, mi sono sentito molto spiazzato, perchè onestamente da LaBrie ci si aspetterebbe qualcosa di diverso a livello di sonorità. Ma andiamo con ordine.
Questo è il terzo lavoro da solista per il cantante dei Dream Theater, dopo i due precedenti con il nome di Mullmuzzler. La prima cosa che si nota subito è che in questo disco LaBrie cerca di spaziare in territori musicali che normalmente non fanno parte del suo repertorio, e proprio questa scelta forse penalizza un po' questo album, infatti è troppo palese l'ostinata ricerca di sonorità estremamente diverse tra loro: si spazia dal nu-metal all'elettronica fino ad arrivare a degli scratch che francamente si potevano benissimo evitare. Questa eterogeneità di suoni crea molta confusione nell'ascoltatore, le musiche tendono a diventare noiose e a volte sembrano già sentite. Un esempio lampante di ciò si nota nella track 2 Alone, dove sembra di ascoltare l'album Demanufacture dei Fear Factory, o in altri brani in cui sembra di risentire Train Of Thought dei Dream Theater; anche l'uso ostinato di filtri per la voce (che ormai LaBrie utilizza troppo anche nei Dream Theater), secondo il mio parere, sminuisce il grande impatto della voce che qualsiasi amante di questo artista conosce bene.
Ora voglio chiarire che non è tutto da buttare, anzi qualcuno a cui piace un certo tipo di sonorità, potrebbe anche apprezzare molto questo lavoro. Alcuni brani sono apprezzabili sia stilisticamente che a livello di impatto sonoro, ma presentano sempre i limiti di cui ho parlato sopra.
Ciò che risolleva questo album è la bella prestazione di LaBrie, che si conferma uno dei più grandi cantanti del pianeta, e la straordinaria performance di Marco Sfogli alle chitarre, 25 anni, campano, uno dei più grandi talenti attualmente presenti sulla scena mondiale, anche considerando la giovane età.
Concludendo si può parlare di questo disco come di un lavoro che raggiunge la sufficienza piena, ma che non va oltre, un album certamente lontano dal ben riuscito Keep It To Yourself (primo lavoro da solista di LaBrie).
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