La recensione di questo ultimo progetto del singer Labrie era già presente, ma per mia soddisfazione personale, l'ho scritta perché la precedente esaltava anche troppo (anche con 3 misere stelle) il disco in questione.

Elements of Persuasion ha tutte le carte in regola per sfondare: ha un cantante che molti si sognerebbero, uno dei più importanti dell'intera scena prog mondiale; ha una sezione ritmica eccellente almeno su disco, con un Mike Mangini superlativo; ha un ispirato Matt Guillory che creava musica stupenda con i Dali's Dilemma; dal vivo ha un bassista che si chiama Andy de Luca che ha fatto vari tour con i SymphonyX; e poi ha la sorpresa di Marco Sfogli, nuovo talento italiano. Ma cosa non va nel disco?

Tutto o quasi. Soprattutto il suo richiamare troppo le sonorità Dream Theater non solo nel sound ma nelle composizioni stesse. Potreste accorgervene dall'opener "Crucify" che sembra in tutto e per tutto l'intro di "A Change of Seasons". Il disco scorre completamente tra riff e assoli che richiamano i 5 del teatro del sogno. Marco Sfogli è anche una nota abbastanza dolente in tutto il lavoro: ineccepibile tecnicamente ma realmente inutile dal punto di vista creativo, con i suoi assoli che tentano invano di copiare il maestro John Petrucci.
Solo nei brani calmi come "Lost" e soprattutto "Slightly Out of Reach" l'emotività della voce di Labrie e un azzeccato solo di Sfogli rialzano il tutto. Patetica l'ultima "Drained". Un elogio merita però "In Too Deep" solo per la parte finale del brano, e forse sarebbe stata l'ideale per chiudere l'album.

Continuo a dire: peccato. Peccato per le varie citazioni e per l'enorme influenza nu-metal e per l'enorme presenza di elettronica sul disco. Peccato perché Labrie canta bene e si sentirà dal vivo. Peccato davvero

Elenco tracce e testi

01   Crucify (06:01)

02   Alone (05:37)

03   Freaks (05:29)

04   Invisible (05:37)

05   Lost (03:41)

06   Undecided (05:31)

07   Smashed (05:34)

08   Pretender (05:33)

09   Slightly Out of Reach (06:11)

10   Oblivious (05:23)

11   In Too Deep (06:56)

12   Drained (05:10)

The air's so thick
It blurs my vision
I can't think straight
In this condition
This dim lit hall
Is stretching further
Not knowing
What I might discover

Through a door half open
A painted light bulb swings
Casting someones shadow
Reaching towards me

Something draws me here
Not sure
Feeling Drained
Still I am curious
Haunts me
Taunts me
Now I start to Gravitate

Remain composed
I hear some laughter
The darkness in me
Moving faster
A handle turned
A door is opened
Ashtrays
Cigarettes still smoking

And there again before me
The painted light bulb swings
And see I cast the shadow
The one I saw moving

Cannot catch my breath
Can't cope
His face turns toward me
Can't be
Not me
The man in the mirror

It's all too clear
As I stood there
Acknowledged him
In reflective glare

I don't quite understand
Why any of this
Is who I am
I'm damned cause I doubt
It's part of me
Trick of the mind
Schizo you see

It's like awakening
I'm in
Someone elses skin
Molds me
Holds me
Controlled
Left me Drained and empty

Transformed
Shifting
I peer inside
Like quicksand
You pulled me
Down deeper
All twisted inside of me

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Altre recensioni

Di  Macabro

 «LaBrie cerca di spaziare in territori musicali che normalmente non fanno parte del suo repertorio, e proprio questa scelta forse penalizza un po’ questo album.»

 «La bella prestazione di LaBrie e la straordinaria performance di Marco Sfogli alle chitarre risollevano l’album.»


Di  RiccardoBenzoni

 Secondo me, è una delle più grrrrandi voci di tutta la storia del rock.

 Io lo chiamo James "la lagna", ormai. Questo disco che io ritengo indecente, SPECIE PER UNO... CHE STA AL C-A-P-O DI UNO DEI PIU' GRANDI GRUPPI AL MONDO.