Ecco il succo narrativo di questo film: c’è un tizio a cui dei pazzi attaccano delle pistole alle mani (dopo i pungi nelle mani, un balzo di originalità quasi epocale). Stop. Il resto è un buffet del già visto che non è quasi mai noioso, che diverte abbastanza, ma che non lascia nulla. Sembra uno di quei film in cui si ha un’idea folle e bizzarra ma non si hanno i soldi oppure il talento (o tutti e due) per farne qualcosa di memorabile. Qua si non si arriva né all’infamia né alla lode, ma si passa poco più di un’ora e mezza con qualche sorriso e un paio di bestemmie

Se avete visto quella sonora merda di Hardcore, il simpatico Crank e il mitologico Kung Fury (giusto per dirne alcuni) praticamente avete già visto Guns Akimbo. Se avete visto Black Mirror o se semplicemente avete un cervello normodotato allora vi siete già stufati di quel “messaggio distopico” sciacquapalle della violenza in rete, della spettacolarizzazione della violenza in rete, dei violenti che sono violenti solo in rete e via dicendo. Ormai queste moraline preconfezionate suonano quasi come una parodia, quindi solo un inguaribile nerdone infottato al 100% di videoludismo, trollaggio & cinefilismo d’accatto le troverebbe scioccanti, rivelatorie o dissacranti.

Avrete già capito che Guns Akimbo non brilla per originalità; non è nemmeno granché vispo, perché la trama è telefonatissima, il mix di pistolettate in faccia + insulti + schizzi di sangue in CGI è stanco e trito (guardatevi il Dredd di Alex Garland per dei morti ammazzati in effetto slow mo degni di questo nome…), la musica forzatamente dissonante non sorprende, i comprimari sono nullità e c’è sto cattivo che sembra uno scroto con la faccia di Simon Pegg che non si capisce se è una presa per il culo oppure uno psicopatico mal riuscito.

Siamo di fronte a un videogioco arcade che poteva durare al massimo 45 minuti, e che, con qualche sforbiciata qua e là, come episodio di una qualche serie TV poteva pure funzionare, anche perché il finale dà l’impressione di trovarsi di fronte a una specie di pilota (ma anche no…). Però tutto sommato il film si lascia guardare perché è sbalestrato e cazzone quanto basta per non farci sbadigliare e dopotutto la sua spensierata mancanza di originalità lo rende gradevole per una visione en passant. Daniel Radcliffe ci mette parecchio impegno, prende un sacco di botte e come personaggio da ceffoni & figure di merda se la cava bene, così come la dentona Samara Weaving (per cui ho un debole inconfessabile), che regge il gioco tra fattanze e ghignate isteriche.

Non mi stupirei se qualcuno attaccasse con pipponi sulle presunte qualità di questo film, perché ho adocchiato in rete recensioni gonfie di lodi provincialissime, sperticate e ridicole. Prendete Guns Akimbo per quello che è: uno sparatutto trasformato in film. O una sorta di black comedy che va avanti a nascate di popper. Ve lo ricordate il popper, vero?

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