Questa è una delle band più sottovalutate che io abbia mai avuto il piacere di riscoprire, da qualche anno a questa parte: era il 1993, e Seattle tutta, nonchè il mondo intero, si inchinava di fronte alla nuova Bibbia del rock: Nirvana, Soundgarden, Melvins, Alice in Chains, Mudhoney, tutte band che senz'altro hanno lasciato il loro segno, piccolo o grande che sia, nell'album dei ricordi di chiunque si sia, per un po' almeno, interessato di rock alternativo. Mentre le succitate band, chi più chi meno, raccoglievano i frutti , spesso proibiti, del loro duro lavoro e il resto del pianeta Terra si dava gara per far il verso agli stessi, ecco che da quel calderone di idee ed espressioni musicali che era Seattle, nonostante il grunge, un nome emerse dall'ignoto underground: si chiamavano Jessamine, una formazione a 4 elementi con voce femminile. L'inflazionismo della scena di Seattle, che andava per la maggiore in quegli anni, non ebbe modo incredibilmente di intaccare, con le solite manie di simulazione, le doti sonore di questo quartetto, anche se in un primo momento saltano all'orecchio certi riecheggi post-grunge nell'arrangiamento dei pezzi (nel 7" per SubPop , e nel loro primo lavoro). Due anni dopo (1995) esce "The Long Arm of Coincidence", ed è sempre la stessa etichetta a investire soldi e speranze sui Jessamine: e cioè la Kranky, che già si era fatta carico in quegli anni di altri mostri sacri dell'electro-noise psichedelico, quali i Magnog ed i Labradford, e di lì a poco ci avrebbe continuamente stupito, e continua a stupirci, con altre uscite e nuovi stimolanti ensemble (Stars of the Lid, Godspeed you!Black Emperor, Low, giusto per stuzzicare l'appetito...); il potenziale della band dipana una maestosa matassa fatta di accordi circolari, melodie strazianti e minimali, rumorismo elettronico e la suadente voce di Dawn Smithson che corona il tutto.
Ma è con l'album successivo, questo "Don't Stay Too Long", a mio avviso, che il sound della band, rimasto come dire... incubato a lungo, ha modo di dispiegare le proprie immense e portentose ali: il bilanciamento fra strumenti distorti, melodia e disturbi analogici (la chitarra di Rex Ritter) si lascia veramente ammirare ad occhi chiusi (come la buona musica va ascoltata...): ultraccattivante il primo pezzo, il secondo è il trionfo dell'estetica delle pedaline primi anni '90 (BigMuff e Wahwah in primis), la mia preferita è "Corrupted Endeavor", con un retrogusto molto Gioventù Sonica, ma intriso di ben altra personalità, quella indiscussa dei Jessamine, appunto (e non dimenticatevi "Burgundy", chi ascolta stoner rimarrà di stucco)... finale del pezzo da paura, così come il finale del disco, che lascia tutto in sospeso e accenna quasi ad un proseguimento del discorso intrapreso... cosa che purtroppo non avverrà, dato che si scioglieranno presto (1998... sigh!!).
Dawn tornerà agli studi e solo quest'anno ha dato alle stampe un nuovo disco (peraltro bello...), sempre con la Kranky; Rex Ritter ha formato negli anni seguenti i Fontanelle, coi quali ha creato splendide suite di free-noise-jazz (sempre sotto Kranky...) e stampato 2 splendidi album. Infine da notare la collaborazione attiva negli ultimi anni con i SunnO)) ed il progetto di Stephen O'malley Ginnungagap, sia nella composizione di brani (SunnO))-White1 e White2 // Ginnungagap-1000% downer, che ho anche DErecensito...), che nelle apparizioni live(specialmente Rex Ritter al MOOG nei SunnO)).
In ultima istanza, vi consiglio caldamente di procurarvi/scaricarvi qualcosa al più presto: sia che siate amanti del jazz, dello slow, della sperimentazione, del grunge stesso, o dei metalheads, degli stoneroni fumati o dei tristoni, fidatevi che qualcosa di emotivo i Jessamine ve lo faranno provare! :)
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