Non c'è nulla da fare. Alcuni album, come del resto anche alcune letture, alcune compagnie, comprese certe imperturbabili donne, acquistano, con il crescere delle temperature e l'avvicinarsi del clima vacanze, un'altra sostanza, rivelano un'attrattiva e delle doti che, fino a poco tempo prima, presi dal tran tran quotidiano, non avevamo notato.

E' successo proprio così con quest'album dell'estroso musicista finlandese Jimi Tenor, al secolo Lassi Letho, "Beyond The Stars". Un primo ascolto di alcuni mesi fa mi aveva suscitato una buona impressione, ma poi il cd era stato riposto quasi dimenticato e sepolto dai nuovi arrivi. Ripreso ora, in quest'atmosfera torrida da giungla equatoriale, l'album ha cambiato spessore, manifestando compiutamente le sue fragranze, i suoi aromi intensi che si adattano a meraviglia a quest'inizio d'estate incandescente. Ritmi da cool jazz, si mescolano a frequenze più sostenute; orchestre latino-americane amalgamano il suono dei loro ottoni col dub; melodie un po' retro ti cullano come un mare leggermente increspato; improvvisi scatti free, atmosfere alla Sun Ra ti risvegliano di soprassalto; una fusion mai banale e densa di riferimenti fa da collante alle tante sonorità presenti.
Il brano iniziale "Barcelona Sunrise", con un groove molto black&soul, ti proietta immediatamente nel clima sensuale e vagamente lussurioso che caratterizza un po' tutto il lavoro: la nascita di un nuovo giorno nella città di Gaudì è di quelle che molti si augurano.
Con "Moon Godness" c'è la big band con frequenti virate acid jazz e il sax del nostro, tenore of course, a tracciare la rotta. Nella title track agli ottoni e ai ritmi sincopati della big band si aggiungono suggestioni vagamente psichedeliche, quasi spaziali. In "Asteroid Belt" il free jazz alla Ornette Coleman si trasforma, nel finale, in una soundtrack di un b-movie americano. In "Take off" il funky old school spadroneggia, con i fiati grandi protagonisti.
Con "Siren of Salo" i ritmi rallentano; cori celestiali, che ricordano un po' quelli del maestro Morricone, ti avvolgono, un brano lieve, quasi etereo, che avrebbe fatto la sua figura accompagnando le scene di un bel filmone sentimentale anni '70. L'inconfondibile sagoma di Sun Ra proietta, invece, la sua ombra su "Gamelavad", con aperture cosmiche e cori perturbanti. La black più tradizionale e di classe, sembra quasi di ascoltare un certo Todd Rundgren, ritroviamo in "Going For The Gold"; più sperimentale ed aperta alle influenze più attuali in "Tsunami". Si chiude con la splendida "Strawberry Place", brano in odore di new acid jazz, che fa il verso al miglior Galliano.
Jimi Tenor conferma, con quest'ultimo lavoro, di essere uno di quelli che non ha paura di osare, come tutti i musicisti che hanno vero talento, di esagerare con i riferimenti e le fusioni; un'attitudine che, per certi aspetti, lo avvicina ad alcuni mostri sacri come Zappa, si parva licet componere magnis.

Se ancora non avete preparato la selezione che vi accompagnerà durante le vostre vacanze, fate un pensierino su "Beyond The Stars": potrebbe aiutarvi a vedere situazioni un po' scontate dal punto di vista "estivo".

Carico i commenti... con calma