"Nel sogno io e mio fratello morto attraversavamo le montagne a cavallo, e a terra c'era la neve. Poi lui mi sorpassò improvvisamente, senza dire una parola. Continuava a cavalcare e nella mano portava una fiaccola ricavata da un corno, come si usava ai vecchi tempi. Sapevo che stava andando avanti per accendere un fuoco in mezzo a tutto quel buio, a tutto quel freddo...

Van Horn, tra Texas e Messico.

Lo sceriffo Bell scese dall'auto, scrutò il parcheggio e decise di oltrepassare il nastro della polizia sul luogo del fattaccio, la porta 117. Girò la maniglia e accese la luce. Calma dimessa, ma il silenzio era troppo vigliacco per evitare agli occhi la grata e le viti del condotto d'aerazione, poste sul comodino. Chiuse la porta dietro di lui, niente pareva muoversi, il tempo immobile sostava in una lunghissima pausa. Poi Bell osservò fuori dalla finestra, a un angolo della tenda. Alzò il telefono, la linea interrotta, morta. Prese la pistola dalla fondina, e aprì il caricatore. Qualcuno aveva già visto quello che ora Tom Bell vedeva. Era qualcuno nell'ombra, ancora vicino, che aspettava paziente le paure altrui. Che vuoi fare? Sei sicuro di cosa troverai oltre quei cinque fori di proiettile? Ovvio. Purtroppo non puoi cambiare niente, lascia perdere, non è per te. L'anziano uomo di legge spense la luce, si fermò davanti l'uscio della camera 117 in un istante infinito e glaciale. Aprì la porta, e uscì. Per sempre. Dal Male che aveva respirato.

Santa Fe Institute, ufficio di Doug Erwin, alcuni anni fa.

Cormac: "Doug, cosa pensi del meteorite che 65 milioni d'anni addietro spazzò via i dinosauri? Credi fu un'apocalisse isolata, o potrebbe ripetersi? Quali sarebbero allora le conseguenze?"

Erwin: "Mmmm.. Non saprei risponderti sulle possibilità di una nuova catastrofe... Sicuramente crollerebbe l'ecosistema, detriti e gas nell'atmosfera e la magnitudine della desolazione..."

Cormac: "Forse meritiamo l'estinzione, siamo dei fottuti animali senzienti."

Erwin: "Beh... Sono convinto che il pianeta starebbe molto meglio senza di noi... L'uomo è una scimmia encefalica destinata a scomparire."  (dialogo tra lo scrittore Cormac McCarthy e l'amico scienziato Doug Erwin, antefatto al romanzo post-apocalittico La Strada).

La morte ha la faccia obliqua e taglio di capelli sensazionale del killer Anton Chigurh (Javier Bardem, strepitoso). Una valigia piena di soldi è il cinico MacGuffin che semina sangue e ira divina tra Marfa, Texas e i confini del Messico. Il vecchio e stanco sceriffo Tom Bell (un laconico Tommy Lee Jones) la coscienza morale di una storia soffocata in scenari cupi e desolati. Luoghi che annegano nel buio del Male assoluto personaggi sul filo del rasoio, soggiogati dal fato burlone di una monetina o dalla perfida avidità degli uomini. Luoghi calpestati dalla carneficina d'una violenza disumana, sovrastati da pick-up enormi con signori della droga e fucili a pompa, dove la legge osserva impotente gli eventi in un'atroce disillusione per il passato. Quando "..si poteva andare in giro senza pistole..". Il cowboy braccato Llewelyn Moss (l'ottimo Josh Brolin), e il suo sogno polveroso di riscatto dalla mediocrità del deserto quotidiano. Che annulla non solo l'ambiente circostante, ma anche le persone che ci vivono dentro. Tratto dall'omonimo e definitivo romanzo di Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi è probabilmente pietra tombale al cinema di sarcasmo citazionista di Joel e Ethan Coen.

Qui non c'è utopica redenzione, lo sberleffo paraculoide di Drugo o la tragedia che vira al grottesco di Fargo. Nel capolavoro dei fratelli Coen troverete nichilismo e cieli neri del presente. Autoironia quasi livello zero stavolta, e assente giustificata. Tom in pensione guarda costernato la moglie, e nel racconto di quei sogni ossessivi le parole marchiano a fuoco il presagio di un incubo alle porte. Il destino dell'umanità in una moneta da pochi centesimi.

Testa o croce?

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