Il percorso cinematografico dei fratelli Coen è come un oscillatore, si parte da un punto, ci si allontana ma prima o poi si ritorna sempre al punto di partenza. Già con Fargo nel 1996 i Coen avevano ripreso il caro noir degli esordi, spostandolo dalle lande desertiche del Texas di Blood Simple a quelle ghiacciate del Minnesota. Dopo una prima metà del decennio scorso volta quasi totalmente alla commedia i 2 cineasti sentono il bisogno di tornare alle proprie origini, e l'occasione arriva grazie alla proposta di adattamento di un romanzo di Cormac McCcarty

Non è la prima volta che i 2 fratelli traggono spunto da un'altra opera, ma è sicuramente la prima volta che l'adattamento risulta molto fedele all'originale; mentre il precedente film, Ladykillers, rispetto all'originale pellicola aveva molte differenze, Non è un Paese per Vecchi rispetto all'omonimo romanzo ha subito solo pochi tagli, anche perchè l'opera già di per sè ha dentro tutta una serie di temi cari ai Coen.

Texas, 1980. Lleweyn Moss (Josh Brolin), un saldatore di uno sperduto paese al confine con il Messico, trova 2 milioni di dollari in una valigetta nel luogo in cui sembra abbia avuto luogo un sanguinoso scontro a fuoco per una partita di droga. Questo gesto lo porterà a dover abbandonare la casa, la moglie e ad essere braccato senza sosta sia dai contrabbandieri messicani che dal serial killer Anton Chigurt (uno strepitoso Javier Bardem premiato con l'Oscar), silenzioso e psicopatico, tanto da usare come arma una bombola di gas compresso che spara chiodi. Sulle loro tracce, nel vano tentativo di salvare Lleweyn, c'è lo sceriffo Ed Tom Bell, ormai alla pensione e sempre più sfiduciato e pessimista sul destino del suo paese e del mondo in generale. 

Anche se non sono stati i Coen a creare i personaggi, questi risultano avere molti punti in comune con quelli che il duo è solito creare. Moss è il tipico anti-eroe coeniano, un uomo qualunque che crede di poter svoltare la sua vita in meglio, ma ancora una volta il pessimismo dei 2 registi non gli lascerà scampo. Croce e delizia è sempre il denaro, il benessere che conduce alla rovina, per il quale vengono compiute azioni efferate o sconsiderate, senza poter prevedere quali saranno le conseguenze. Altra figura è il killer Chigurt, rappresentazione del Fato inesorabile, che si materializza sotto forma di monetina, completamente privo di sentimenti (e di ironia) e che lascia una scia interminabile di morte e distruzione dietro di se; la sua violenza è gratuita ma non brutale, non uccide per divertimento ma solo per raggiungere il suo scopo nel modo più rapido possibile; questo personaggio può essere visto come lo sviluppo del killer motociclista di Arizona Junior. 

Infine abbiamo lo sceriffo Bell: al contrario di Marge Gunderson (Fargo), che grazie al suo buonsenso e alla sua positività riesce ad arginare il male che la circonda, Ed Tom è ormai prossimo alla pensione, e segue gli efferati eventi che accadono più come uno spettatore disinteressato tanto che non sembra mai neanche provare a fermare ciò che accade. Ma questo non è semplicemente dovuto ad una questione anagrafica: Ed Tom sarebbe "vecchio" anche a 20 anni, perchè è cresciuto con dei valori che non rispecchiano più la realtà che lo circonda; provare a intervenire significherebbe ammettere che anche lui fa parte di questo mondo che non vuole accettare. Il personaggio dello sceriffo ci viene presentato attraverso il recitato iniziale, ma fino a metà film la sua presenza sarà quasi nulla; con l'andare avanti della vicenda e dello scontro tra Moss e Chigurth la sua presenza, i suoi discorsi e i suoi pensieri diventeranno sempre più presenti, e l'iniziale western-noir si trasformerà via via in un dramma esistenzialistico.

Non solo l'american dream ne esce a pezzi, ma non c'è neanche un barlume di speranza e purezza, come scoprirà la vedova Moss a sue spese, vittima di azioni che con lei non avevano niente a che fare. L'ironia invece è presente dato che il duo ci dona insperati momenti di comicità in alcuni dialoghi, utili per stemperare la tensione, ma c'è ironia anche nel rovesciamento dei ruoli: Moss da cacciatore di antilopi diventa preda di Chigurth, e il killer diventa vittima del Fato sotto forma di incidente stradale.

Da un punto di vista tecnico i Coen scarnificano e riducono all'essenziale: niente virtuosismi con la macchina da presa e niente musica (quando solo fino a pochi anni prima i loro film erano infarciti di sequenze musicali), anche i dialoghi sono ridotti all'osso, come da tradizione di Cormac McCcarty (alcuni di essi sono stati fedelmente riprodotti). Come già accennato sia il film che il libro depistano l'ignaro spettatore/lettore con una storia che sembra un western moderno ma che muta rapidamente in altro, ci si aspetta lo scontro tra i 3 personaggi principali e incredibilmente invece non si incontreranno praticamente mai nel corso del film, mentre la morte di quello che dovrebbe essere il personaggio principale, Moss, avviene fuori schermo e ci viene presentata quando è già accaduta.

Pellicola raffinata e dai forti contrasti, violenta e dalla profonda morale, ci si aspetta una resa dei conti e invece si avrà solo quella interiore dello sceriffo Bell, uno dei rari casi in cui viene messo d'accordo sia pubblico che critica (che oltre all'Oscar per Bardem premierà il film con altre 3 statuette e numerosi altri premi) e sicuramente uno dei punti più alti della filmografia Coeniana.

VOTO = 8.5

Carico i commenti... con calma