Ci sono dei principi che non si possono trasgredire. E questa si chiama moralità.
Ci sono alcuni principi che si trasgrediscono volontariamente pur sapendo che farlo è male. E questa si chiama im-moralità.
E infine c’è il mettere se stessi davanti ad ogni principio morale. E questa si chiama amoralità (o egoismo, se preferite).

Tre etiche per tre personaggi banali: un vecchio saggio dall’aria triste, ormai stanco di questo paese; un inquietante capellone; un viscido baffuto che decide il bene e male a seconda del senso di colpa.

Si inizia male. Si continua peggio. Una banale valigetta. Un banale inseguimento. Niente parole. Niente musica. E tu che ti domandi impaziente: quando comincia il film?

Poi, dopo due ore di sbadigli, mentre vedi il cattivo allontanarsi e farla franca, la verità ti appare più grande e splendente del sole. Santo e criminale vincitori; egoista perdente e senza Paradiso. Con il volto gelido a condannarlo all'inferno citando alla perfezione il Vangelo: “Ha pensato solo a salvare se stesso”.

Proprio quel volto gelido al quale, poco dopo l’inizio, è stato afffidato il compito di darci la morale: SCEGLI!

Meglio cuore di pietra che senza cuore.

Ma un attimo: questo ce lo aveva già detto il saggio maestro dagli occhi a mandorla che abbiamo tanto amato da bambini:

“Daniel San,
Se  cammini a destra, bene.
Se  cammini a sinistra, bene.
Se cammini al centro della strada, prima o poi crac”.

Una domanda tentatrice si fa capolino: il più grande di sempre?

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Altre recensioni

Di  Rooftrampler92

 "Sto per fare una cazzata ma la farò lo stesso. Se non torno, dì a mamma che le voglio bene."

 "Cose dell'altro mondo, penso che quando non si dice più grazie e per favore, la fine è vicina."


Di  Blackdog

 "La morte ha la faccia obliqua e taglio di capelli sensazionale del killer Anton Chigurh."

 "Il destino dell’umanità in una moneta da pochi centesimi. Testa o croce?"


Di  Rax

 Se questo film fosse un uomo, sarebbe un vecchio silenzioso e pieno di saggezza.

 Non è un film che ci invita, moralisticamente, ad essere buoni. È, invece, un film morale, perché ci invita a prendere una posizione.


Di  stargazer

 Il personaggio del killer Chigurth rappresenta il Fato inesorabile, completamente privo di sentimenti e che lascia una scia interminabile di morte.

 Da un punto di vista tecnico i Coen scarnificano e riducono all’essenziale: niente virtuosismi con la macchina da presa e niente musica.