Non avevo alcuna aspettative quando rubai questo disco all'HMV edinburghese, anzi era stata una scelta di ripiego rispetto all'ultimo di Morrissey dato che era in digipak e più facile da scippare. Mai come in questo caso sono stato felice di aver fatto una scelta diversa dai miei propositi perché "The Will To Death" è stato la mia colonna sonora autunnale, malinconico e triste come il cd in questione.
Mi è entrato dentro al cuore e sotto la pelle come quando ti innamori di una persona e tutte le volte che la vedi inizi a sentire quel fastidio sotto la pancia massì quel maldipancia del cazzo che ti accompagna alle prime interrogazioni a scuola, ecco è quella la sensazione che provo quando lo ascolto.
E' la sua prima uscita di un progetto discografico che ne prevede altre cinque nei succesivi cinque mesi in barba alle leggi di mercato; ovviamente autoprodotti nel più classico stile lo-fi bello slabbrato, ruvido e molto indipendente.
Le canzoni sono caratterizzate da riffoni prepotenti che si legano benissimo alla sua voce melanconica e incrinata, dando a tutte una sfumatura diversa grazie anche al supporto di strumenti sempre diversi come il piano o sintetizzatore.
E' presente un netto dualismo tra chiaro e scuro esemplificato spesso con accenni alla vita e alla morte, che si concretizza anche sulla copertina con il cantante in mezzo a due statue una bianca immacolata e una scura che riposa ai suoi piedi.
Sono i testi che rievocano esperienze sincere che tutti abbiamo passato come il dubbio su cosa o chi siamo o sulla perdita come in Loss che cito testualmente "I never said to do anything but forgive me / I can't be lost / I've learning everything from loss / for what's gained there's an inner cost / I wont paid it I never would", bella bella bella.
Questi testi meravigliosi, il suono di chitarra sporco e irregolare, la sua voce triste e strizzate d'occhio a Nick Drake mi hanno portato ad amare questo sottovalutato cantautore conosciuto in precedenza solo per la sua militanza nei RHCP.
Elenco tracce testi samples e video
04 Loss (05:20)
We make the music that divides you
It's handed down as a thing to cry to
And all my wars they treat you kindly
There's nothing more important that I see
There was a time when all was empty
Unorganized a clog a death scene
Things opened up and there's so many
Paths to walk ports of entry
Now that I'm gone
Now that I'm long gone
This minute has come and gone
I never said to do anything but forget me
I can't be lost
I've learned everything from loss
For what's gained there's an inner cost
I won't pay it I never would
We met the seasons back in Long Town
There was a hint of sadness going round
We met the brothers who drove arrows
And shot assumptions wide and narrow
I know I mean what I'm forgetting
We give for everything we're getting
A lot that hasn't been put away
It's building up for that fateful someday
Now that I'm gone
Now that I'm long gone
This minute has come and gone
I never said anything to do but forget me
When it seems I'm around
Check again what's up and what's down
Many silences make a sound
I'm before the equation and I'm the answer
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Altre recensioni
Di joe strummer
Frusciante sa trovare sempre le note che colpiscono l'anima, le melodie più accattivanti.
Il finale, affidato alla title track, è lo zenit: una ballata di gran classe, ricca di pathos e dall’orecchiabilità non comune.
Di gioju87
John Frusciante ha abituato i suoi ascoltatori a pezzi di maggior pregio.
La sensazione finale è quella di trovarsi di fronte ad un bell'album. E basta.