Ci sono dischi fatti per restare.
Dischi che ti si incollano nel lettore cd e non ne escono più.
Dischi sempre più rari che scavano nel passato con lo scopo di rendere ancora attuale la musica vera, quella legata alle radici.
"Life Death Love And Freedom" appartiene a questa categoria. Prodotto sapientemente dal grande T-Bone Burnett, questa notevole opera è l'ennesima dimostrazione di stile offerta da un artista miracolosamente sempre più ispirato, che negli ultimi anni non sbaglia un colpo. Un artista, John Mellencamp che viaggia da sempre controcorrente, proponendo la musica che più gli aggrada e fregandosene altamente di ciò che pensa la sua casa discografica o la carta stampata.
"Life Death Love and Freedom" non è un disco facile e si discosta decisamente dal precedente e riuscito "Freedom's Road". Anzi ascoltandolo con severa attenzione ci si accorge come questo album sia l'inevitabile proseguo di "Trouble No More", lo splendido disco di cover blues e folk che nel 2003 aveva riportato Mellencamp ai suoi abituali standard artistici. Un'opera, "Trouble No More", frutto di una ricerca approfondita, nell'immenso songbook della tradizione musicale americana, durante la quale John Mellencamp aveva riportato a galla dall'oscurità del passato e fatto conoscere alle nuove generazioni canzoni scritte negli anni trenta e quaranta che parlavano, guarda caso di vita, morte, amore e libertà. Un disco, quello, che con coraggio andava a ritroso nel tempo a guardare le radici della musica attuale.
"Life Death Love And Freedom" è composto interamente da pezzi originali. Tutti pezzi riuscitissimi che nelle mani di T-Bone Burnett assumono i contorni della semplicità e della spontaneità. Brani che nell'intenzione dell'ex Cougar vogliono essere moderne canzoni di folk e blues elettrico. Un disco questo "Life Death Love And Freedom" per niente immediato, da centellinare e che va ascoltato con estrema attenzione prima di essere giudicato. Un album riflessivo, interiore, profondo e misurato in cui Mellencamp preferisce abbassare i toni per dare risalto alla sua voce narrante.
E' quello che accade nell'iniziale "Longest Day", l'episodio più folk del disco, nella desolante "Young Without Lovers" o nella splendida "For the Children" dove il duetto di John con la brava Karen Fairchild regala momenti di pura poesia. "Life Death Love And Freedom" è un disco con un forte carattere e con una personalità tutta sua. Carattere che esce allo scoperto nel blues elettrico di "If I Die Sudden", che ricorda la dylaniana "In My Time Of Dyin'", nella decisa "Trouble Land", nell'ammiccante "Jena" e nella diretta "County Fair". Pezzi dettati dalla chitarra di un Andy York in stato di grazia e sempre più simbolo del sound di Little Bastard. Un sound che in un paio di episodi riesce ancora a stupirci grazie a una capacità di scrittura sempre lucida che non conosce cali d'ispirazione.
"My Sweet Love" è influenzata dagli anni cinquanta e si avvicina molto allo stile di Buddy Holly mentre la delicata e romantica "A Ride Back Home" è una ballata incantevole sospesa tra passato e presente. Non è un John Mellencamp facile quello che emerge in "Life Death Love And Freedom". Anzi l'impressione finale è quella di un musicista a tratti ostico, nel pieno della sua consapevolezza e della sua maturità artistica. Un artista a cui non interessano i numeri delle vendite discografiche, le classifiche o la promozione a buon mercato. A John Mellencamp interessa solamente la qualità della buona musica e a "Life Death Love and Freedom" questa qualità non manca di certo.
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