Posso capire le mie insoddisfazioni, le mie frustrazioni, sono loro che mi costringono a non essere come vorrei.

Come sono ogni sera quando mi diriggo al solito posto, eppure non ho ancora famigliarizzato bene con la strada, ogni notte è da scoprire e me lo ricordo quando la macchina diventa così calda, l'aria entra dal finestrino, corro come un pazzo, me ne frego e mi diriggo nelle frazioni della zona che amo, spesso quella piazza, me ne sto dentro, ho bevuto troppo sicuramente, quella birra ha un potere particolare, mi lascia una strana patina sul palato e alcune volte l'alito è così fastidioso che rimango solo, adesso posso starmene in santa pace, si, posso pensare di non voler fare l'impiegatuccio, di lasciar il segno appena posso, la felicità mi fa urlare così forte che mi sento un capolavoro, onde sonore nella notte.

Una voce esce dalla radio, sembra quella di uno di quei giornalisti del cazzo, mi dice che quando si fanno certi nomi, non bisogna pensare a tutta questa superficialità musicale, ai bei visi, ai bei corpi e le loro mosse. Ecco se dovessi reinterpretare quella voce, se dovessi trasformarla in consolazione, sceglierei quest'opera per aiutarmi, mi ricorda così tanto l'aria in quelle sere...

Forse bisogna avere rispetto per gli altri musicisti, ma ci sono onde e onde, cazzo! E non è la stessa cosa, hai idea di cosa vuol dire accarezzare i sensi delle persone con un suono? Non hai capito... Ti spiego, le persone che guardo fuori dal finestrino, corrono la mattina e quando scende quel freddo, quell'aria sull'erba che amo accarezzare, diventano letali, ma tu non hai nulla da temere piccola...

Capito?

 

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