I MASTERS. È un grosso peccato che questa serie ideata dal canale televisivo USA ABC e con la supervisione di - addirittura - Stephen Hawking non abbia avuto grosso seguito e si sia anzi rivelata a livello di ascolti un vero e proprio flop al punto da far decidere la rete di arrestare la produzione alla sola prima serie (sei episodi) e di sospendere le trasmissioni: gli ultimi due episodi, tanto per intenderci, non sono mai andati in onda.

Eppure l'idea era buona e degna di nota. Sul modello di quanto fatto con il genere 'horror', 'Masters of Science Fiction' si configurava come un prodotto di intrattenimento di qualità. Ogni film più che episodio (non c'è nessuna connessione tra ognuno dei sei capitoli) riprendeva un racconto breve di un celebre autore del genere fantascientifico (da John Kessel a Robert Heinlein fino a Robert Sheckley) che veniva portato sullo schermo e sceneggiato di volta in volta da un team differente di registi ed attori di qualità. Ogni episodio inoltre, avendo un contenuto didascalico e si apriva e chiudeva con una introduzione e un commento finale di Stephen Hawking.

L'idea era buona e devo dire che tutti e sei i film meritano, eppure... Eppure non ha funzionato. Perché? Leggendo in giro sul web pare che il prodotto fosse considerato addirittura troppo impegnativo. Dedicato ai soli fruitori del genere fantascientifico, evidentemente tra questi la maggioranza preferiva e continuava a preferire una science fiction di massa come quella di 'Star Trek' oppure 'Star Wars' invece che avere interesse per quella che definirei una fantascienza intelligente.

'THE DISCARDED', DIETRO LE QUINTE. Una sci-fi intelligente ma sicuramente non complicata. Del resto, ogni film dura tra i quaranta e i quarantacinque minuti: oggettivamente impossibile anche solo tentare di entrare in grosse argomentazioni di carattere scientifico e speculativo, ma dopo tutto non era questa la vera mission del progetto che al massimo si faceva portatore di messaggi di carattere morale e didascalici. Questo a dimostrazione di quella che è una mia vecchia tesi e secondo la quale il genere fantascientifico debba comunque insegnare e trasmettere qualche cosa e la 'scienza' in questione può, deve essere primariamente una scienza sociale.

E come avrebbe potuto essere diversamente del resto in questa storia diretta da Jonathan Scott Frakes, attore noto proprio per l'interpretrazione del Comandante William T. Riker nella serie televisiva 'Star Trek' (e nei film che seguono) e che come regista si è per lo più disimpegnato nella direzione di episodi di serie televisive, da 'Star Trek' a 'Leverage', 'NCIS: Los Angeles'. Un regista quindi non nuovo al genere fantascientifico e anche per quello che riguarda la direzione di scene di un certo impatto scenico e pure di azione.

L'opera da cui è tratto quello che possiamo definire uno short-movie a tutti gli effetti, si intitola anch'essa, come il film, 'The Discarded' ed è una short story del 1959 scritta dalla scrittrice Harlan Jay Ellison, un'autrice (nata nel 1934 - ancora vivente) che si è disimpegnata nel corso degli anni in diversi generi e non solo in quello specificamente fantascientifico e collezionando numerosi premi letterari tra cui lo Hugo e il Nebula. La sua produzione letteraria è praticamente sterminata, così come sono innumerevoli gli adattamenti televisivi e cinematografici tratti da sue opere o comunque scritti da lei direttamente e specificamente soprattutto nel campo della fantascienza.

I protagonisti della storia raccontata in 'The Discarded' sono quelli che si possono definire a tutti gli effetti come dei 'reietti'. Sono degli esseri umani che a seguito della diffusione di un virus, sono stati oggetto di mutazioni più o meno vistose e che sono tra le altre cose anche degenerative e pare abbiano un carattere infettivo. Da qui il loro isolamento a bordo di una astronave che nel momento della narrazione è in orbita attorno alla Terra e dopo che questi abbiano richiesto inutilmente i giro per il sistema solare e i diversi pianeti e satelliti che sono stati'terraformati' di essere ospitati. Va detto che si tratta di un racconto del 1959. Oggi sappiamo sulla terraformazione molto di più rispetto ad allora e pensare a pianeti e satelliti del nostro sistema solare 'terraformati' lascerebbe ipotizzare a un futuro remoto e lontano nel tempo, ma le dinamiche del film ci lasciano invece ipotizzare che le vicende siano ambientate in un futuro prossimo. In un futuro prossimo al 1959, ma anche a quello nostro.

IL TEMA SOCIALE. 'The Discarded' è un film le cui tonalità potrebbero a tratti apparire persino parodistiche e i suoi contenuti tutto sommato poco credibili sul piano scientifico. Le malformazioni sono in alcuni casi molto vistose e forse questo anche volutamente per accrescere un certo carattere grottesco a quelle che sono le tonalità delle ambientazioni e in una astronave allo sbando e dove i cadaveri vengono gettati nello spazio come se fossero spazzatura. Ma in realtà le tematiche sociali sono centrali e dominanti e più di quelle che potrebbero riguardare come ci si potrebbe aspettare, dato che i soggetti sono affetti dagli effetti di quella che è stata l'azione di un virus, il campo della scienza medica. Un aspetto che invece viene solo trattato marginalmente e a un certo punto strumentalmente ai fini dello svolgimento della trama.

Di base non sappiamo molto dai contenuti su cosa accada effettivamente sul pianeta Terra, questa non viene mai effettivamente mostrata se non da lontano attraverso gli 'oblò' dell'astronave, ma sappiamo che i 'reietti' sono stati da decenni esiliati e costretti all'isolamento controvoglia. Vivono in una astronave chiamata emblematicamente 'gulag' e vivono in condizioni estreme, mangiano cibi sintetici e muoiono come mosche. Per lo più appaiono rassegnati alla loro fine e il loro destino gli appare segnato, ma tutti, pure senza mostrare di provare odio o rabbia o risentimento per quello che è stato il loro destino, sognano di ritornare sulla Terra.

Questo è un elemento centrale. Il fatto è che essi, salvo rare eccezioni, appaiono in qualche modo rifiutare se stessi e il loro aspetto. Bedzyk (Brian Dennehy), che è una specie di autorità per la comunità e forse l'unico tra tutti loro dotato di senno e di vero orgoglio, l'unico che si dà veramente da fare affinché a bordo vi sia un qualche rispetto delle regole del vivere comune, affermerà non a caso che il motivo per cui sono stati esiliati è che gli altri uomini non vogliono vederli. Sono stati catalogati come dei mostri, quella che è una degenerazione del genere umano e trattati come tale, hanno abituato la loro mente a pensare in questi termini.

Ma accade ovviamente qualcosa. Sembra che sulla Terra del resto non sia tutto rose e fiori e che anzi qualche grosso problema ci sia anche da quelle parti e dopo decenni avverrà quello che è un tanto inatteso quanto vero e proprio contatto diretto e che farà sperare agli abitanti della 'gulag' di poter ritornare a casa. Ed è ovviamente questo avvenimento, questo contatto, quello che al mio corso di scrittura creativa (ovviamente puntualmente abbandonato dopo un paio di lezioni) avrebbero definito come 'scintilla'.

Abbiamo una situazione di stasi e all'improvviso ecco finalmente un contatto col pianeta Terra. Sebbene siano in pochi tra i reietti a mostrare di possedere ancora del senno e dopo tanto isolamento, l'interesse è generale e una spaccatura all'interno del gruppo inevitabile in quella che potremmo definire una ennesima guerra tra poveri. L'ultima frontiera di una guerra tra poveri anzi. Dato che del resto ci troviamo nello spazio e a bordo di una astronave.

CONCLUSIONI. Bedzyk si riferirà al loro trattamento come lo stesso che veniva in alcune situazioni adoperato con gli ammalati di peste, lasciati al loro destino e in completo isolamento. Guardando il film e per le malformazioni dei personaggi e il loro aspetto volutamente grottesco viene in mente un classico della storia del cinema come 'Freaks' di Tod Browning. È inevitabile, perché ci troviamo davanti a una esposizione voluta di quelle che si potrebbero definire stranezze, vere e proprie deviazioni dal corso della cosiddetta 'retta via' presa dal genere umano.

Del resto anche un film come 'Freaks', con il tempo è diventato un cult, ok, ha forse acquisito un qualche contenuto di denuncia. La cosiddetta messa in mostra dei mostri, mi si scusi il gioco di parole, e di quelli che venivano definiti e esposti come 'fenomeni da baraccone' è qualche cosa che contiene nel concetto stesso un contenuto spaventoso. Ma del resto, pensateci, se mettete in un circo o in gabbia - in un 'baraccone' - delle persone, quelle che possono essere anche delle persone comunissime e ne fate una attrazione, allora avete automaticamente creato dei mostri. Non fecero forse lo stesso i francesi alla fine dell'ottocento con quelli che una volta erano liberi cittadini delle terre della Nuova Caledonia.

Questo succedeva solo un centinaio di anni fa ma il parallelo che meglio calza con questo film va ricercato nella nostra società attuale e in quelle che sono le assurdità del mondo globale. Chi o cosa costituiscono i migranti se non una categoria di reietti. Li guardiamo alla televisione come se stessimo assistendo ad uno show e uno spettacolo e chiaramente i media ne aumentano la spettacolarizzazione a loro piacimento e questo proprio come si cercherebbe di mostrare nel modo più grottesco possibile dei fenomeni da baraccone. Ma abbiamo una reale consapevolezza di quello che stiamo guardando? Manca un contatto umano, a volte afferrare la concezione di che cosa sia veramente reale è veramente difficile, e dopo il telegiornale e/o comunque spenta la tv, tutto questo, questa astronave di reietti sparisce dai nostri occhi e dal nostro pensiero. È come se tutto questo non esistesse. Eppure è lì a volte anche a pochi chilometri di distanza e non su una qualche astronave in giro per il sistema solare.

Quotes.

1. 'Fin dal principio ci siamo chiesti come sia cominciata la vita, quale sia il senso della nostra esistenza e dove stiamo andando. Ci siamo sforzati di capire il tempo, la materia, l'universo infinito, chi siamo e se siamo soli. Grandi menti hanno immaginato le risposte più stupefacenti e quelle più terrificanti a queste domande. Vi invitiamo a unirvi a noi in questa grande impresa.' (Stephen Hawking)

2. 'Poiché cerchiamo di migliorare e di migliorare noi stessi e elevare il genere umano alla sua forma eccelsa, che cosa ne sarà di coloro che sono meno che perfetti?' (Stephen Hawking)

3. 'Non è che tu per caso sai, tanto per deviare il discorso dalla precedente fesseria, perché chiamiamo così il morbo che ci ha condannato a questa prigione. Alludo al ciò che con affetto chiamiamo 'feci insanguinate'.

'Tu lo sai perché noi lo chiamiamo 'GIRM'? Mentre le pesti delle passate generazioni si chiamavano vaiolo, febbre gialla o AIDS.

'Tu sai quali sono le basi etimologiche secondo cui indichiamo con GIRM il morbo che ci accomuna tutti. Be', all'inizio venne chiamato 'transmutante avvelenamento del sangue'. Un termine stupido o inappropriato al pari di sindrome da fatica cronica usato per il virus Epstein Barr o mononucleosi.

'In seguito hanno deciso di optare per TAS, l'acronimo, poi diventato ST, ma furono in molti a sostenere che la definizione non era esatta, così presero a chiamarlo 'mutazione del sangue' o 'feci insanguinate', un termine disgustoso, un termine da stupidi.

'Poi, finalmente, quando aveva aveva già colpito milioni di persone, la gente cominciò a prenderlo sul serio, specialmente quando al presidente dell'Uruguay crebbero undici nasi in più sul dorso di entrambe le mani, allora lo chiamarono, ta-dan!, 'Il principio della malinconia'. Allora diedero l'esatta definizione del morbo: 'Genomica Idiopatica Randomica Mutazione.' L'acronimo è gi erre emme, GIRM.' (Samswope)

4. 'Filistei... Sono circondato da filistei.' (Samswope)

5. 'Quali mostruosità si aggiravano per le strade, alcune persone avevano volti incompleti al pari delle loro menti.' (Eric Hoffer)

Carico i commenti... con calma