Josh T. Pearson è uno di quelli che qualsiasi cosa facciano, viene acclamata come un capolavoro. Tipo più o meno che lo stesso, restando al panorama dei musicisti della nuova leva Made In USA, di altri artisti che si potrebbero ricondurre (ciascuno poi con le sue caratteristiche più o meno peculiari) all'incirca allo stesso genere: da J. Tillman aka Father John Misty a Justin Vernon, da Jonathan Wilson a Matthew E. White... A differenza di tutti questi, tuttavia, va detto che il cantautore e musicista texano è sicuramente più vario e dosa con una certa intelligenza le sue apparizioni e le sue pubblicazioni discografiche, tanto che "The Straight Hits!" (Mute), uscito lo scorso 13 aprile, è praticamente solo il suo terzo LP dopo "Last Of The Country Gentlemen" del 2011 e il precedente "The Texas - Jerusalem Crossroads" uscito nel 2001 quando Josh faceva ancora parte con Josh Browning e Andy Young dei Lift To Experience, a suo tempo considerato come una specie di gruppo cult nel panorama americano.

Proprio la reunion dei Lift To Experience (con la conseguente ristampa dell'album con tanto di solito materiale inedito) potrebbe essere stata la molla che ha fatto scattare in Josh (che comunque si è sempre in qualche modo mantenuto attivo nel corso degli anni) la voglia di ritornare in studio e registrare un intero LP di inediti (a parte la cover del lamentoso country "Damn Straight" di Jonathan Terrell). Tutto si è svolto nel giro di soli tre giorni seguendo una specie di schema predefinito nella composizione delle canzoni, che avrebbero alla fine dovuto suonare in maniera più "pop" rispetto alle sue pubblicazioni precedenti. Il risultato, potrà piacere più o meno ai suoi ascoltatori storici, appare sicuramente centrato. "The Straight Hits!" è un disco di pezzi alt-country accattivanti come "Straight At Me", "Give It To Me Straight" oppure ballads country western come "Straight Laced Come Undone", "The Dire Straits Of Love", "Whiskey Straight Love", "Straight Down Again" e la sofisticata e suggestiva (quanto fuori luogo) pop song "A Love Song (Set Me Straight)".

Figlio di un predicatore religioso e a sua volta presentatosi storicamente come una figura messianica, qui Pearson ci appare completamente rinnovato: già la copertina del disco che lo immortala vestito di bianco alla texana su sfondo rosa pastello e con occhiali da sole e completamente sbarbato ci danno una ventata di aria fresca rispetto a quella immagine "iconica" con barba lunga e cappellone da pentecoste. Chiaramente permane un certo orientamento vintage, la devozione immancabile a Bob Dylan, che però qui si rinnova con quella freschezza del rock and roll più accattivante di John Lennon: il disco non è sicuramente un capolavoro, ma si lascia ascoltare e in ogni caso lo premio perché molto meglio un disco di musica pop che tanta roba lagnosa senza contenuti.

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