Il ritorno dei Judas Priest avviene con un concept album sulla figura mistica di Michel De Notredame, conosciuto da tutti come Nostradamus, l'astrologo francese che prevedeva il futuro.

Sono passati circa 3 anni dal loro ultimo lavoro: Angel of Retribution, un cd bello, nello stile dei Judas Priest, graffiante, potente e selvaggio ma con anche alcuni spunti lenti e armonici. Era il loro primo disco dopo il ritorno del Metal God, Rob Halford.

Negli anni precedenti i Judas Priest avevano avuto come headliner Ripper Owens, un bravissimo cantante dalla voce più pulita, che ha continuato quello che aveva iniziato Rob ma senza mai eguagliarne il successo: Halford è inimitabile!

Ora se ne escono con questo doppio che considerano la loro ennesima sfida.... non rimangono nel loro stile che li ha portati alla fama e alla popolarità mondiale, ma provano qualcosa di nuovo, che si avvicina di più al Classic Metal senza però distaccarsi troppo dal loro stile.

Il particolare che più mi è piaciuto di questo album è stato il collegamento tra le canzoni, un qualcosa che non pesa nel ritmo del cd ma che anzi lo unisce e lo rende più ascoltabile, nonostante la sua lunga durata. 

Insomma i Judas hanno sfornato un altro capolavoro.....

Le canzoni da ricordare sono Visions, con un bel riff veloce e sporco, Alone, forse la chicca del disco (a mio parere), simile a una ballata classic in cui però non manca l'aggressività dei Judas.

Altro buon pezzo è Pestilence and Plague con il cantato in italiano nel ritornello, pieno di stecche, ma che emozione sentire Halford cantare nella nostra lingua!

La titletrack, altro pezzo con un riff che ti entra in testa e invade la mente senza che te ne accorgi neppure, e pieno di basi di tastiere (una delle sostanziali differenze rispetto agli altri cd, che rende l'album più classic) e Future of Mankind, che parla del futuro dell' umanità, un pezzo che crea un alone di mistero attorno al finale del cd: gran bell'inizio con un Scott Travis in grande forma.

Tutti per questo cd sono in grande forma, Halford che piazza due o tre acuti dei suoi senza però mai eccedere, vista l'età. KK e Glenn formidabili alle chitarre.

Diciamo che tutto il cd è ottimo, niente è banale, credo proprio che i Judas Priest possano ritenersi soddisfatti del loro lavoro perchè hanno ottenuto ciò che volevano: provare che loro sono i migliori, in qualunque genere!

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