Ed ecco un'altra chicca. Siamo ancora nel 1969, un'annata speciale. Capolavoro finalmente rimasterizzato per la prima su CD dopo quasi 40 anni. Perso e ritrovato, sepolto e riscoperto. Rock psicadelico, folk-pop, pop psicadelico, pop-rock, folk-rock, folk psicadelico (se mai è esistito): generi che all'epoca erano quasi il pane quotidiano di molti musicisti. Eppure quest'album suona come "uno, nessuno e centomila". "Uno" come disco assolutamente più unico che raro, "nessuno" come i dischi simili e centomila come la potenza che riesce ad emanare, una potenza costruita su una voce memorabile, testi magnifici, melodie per cui morire e musica sublime.

Judy Henske (voce e testi), cantautrice americana, stangona e grande bevitrice, scoperta da Jac Holzman capo dell'Elektra e definita all'epoca dal produttore e compositore Jack Nitzsche "la Regina dei Beatniks". Il suo album di debutto risale al '63 (da scompisciarvi dalle risate, perché registrato dal vivo in un locale e tra una canzone e l'altra Judy racconta delle barzellette o la storia parodiata delle canzoni, per lo più drammatiche, che andrà ad eseguire), per poi far uscire l'anno seguente "High Flying Bird" (con title-track riproposta successivamente dai Jefferson Airplane), uno dei primi dischi folk in assoluto a utilizzare una sessione ritmica. Ma scordatevi la solita cantante del circuito folk, più che altro era un incrocio tra Janis Joplin e Billie Holiday. Voce potente, personalità dirompente, purtroppo uno di quei casi in cui immenso talento non ha significato automaticamente successo.

Jerry Yester (basso, chitarre, voce e produttore), membro dei Modern Folk Quartet e poi dei Lovin' Spoonful, è stato soprattutto un fortunato produttore di dischi come il secondo e il terzo album di Tim Buckley e di canzoni per Pat Boone e Tom Waits.

Un matrimonio artistico, fisico e mentale, in tutti i sensi. Un'accoppiata bestiale, è stato come mettere insieme una scintilla e centomila cannoni pronti a sparare, una fiamma e un fiume immenso di alcohol. Tutte e due bravissimi a mescolare le carte e a mantenere il mazzo compatto, una miscela letale di generi e stili mai sentita fino ad allora, eclettica e sperimentale, ma lontana anni luce dall'inaccessiblità  di molte opere priscadeliche. Questo disco è per me, per voi, per tutti.

Per te che ami le canzoni dolci e struggenti come solo quelle tristi lo possono essere ("One More Time" tratta di una vecchia prostituta sola, malata e in procinto di morire, "Three Ravens" un cavaliere caduto sul campo di battaglia, protetto solo da un cervo mentre i tre corvi non aspettano altro che mangiarsi il suo cadavere); per te che ami sorridere, l'ironia e i doppi sensi ("St. Nicholas Hall", una lettera che il decano di un convento invia ai propri in-fedeli chiedendo del denaro per ricostruire la chiesa, comprare un nuovo organo, nuovi testi di zoologia e per combattere i luterani); per te che ti esalti ad ascoltare canzoni catastrofiche ("Rapture" dal ritornello che non si commenta ma che si deve ascoltare almeno una volta nella vita, "Farewell Aldebaran" che musica la fine di una galassia).

Preferisco non dilungarmi troppo, per cui dico solo che se Frank Zappa aveva amato alla follia questo disco (uscì all'epoca infatti per la sua casa discografica, la Straight), vorrà pur dire qualche cosa!

Desidererei comunque terminare col ringraziare di tutto cuore la casa discografica che ha deciso di riproporre questo gioiello, la Radioactive, senza di essa non avrei mai potuto ridere, piangere, esaltarmi ed emozionarmi, il tutto in soli 35 minuti!

Elenco tracce e video

01   Snowblind (03:04)

02   Horses on a Stick (02:14)

03   Lullaby (03:01)

04   St. Nicholas Hall (03:40)

05   Three Ravens (03:31)

06   Raider (05:14)

07   One More Time (02:20)

08   Rapture (04:11)

09   Charity (03:19)

10   Farewell Aldebaran (04:06)

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