Nonostante l'aspetto assolutamente anonimo e un nome da terzino di spinta dell'Avellino stagione 1983-84, Junior Mendes ha all'attivo un disco che si può definire perfetto nel suo genere. Il (non)genere di Junior Mendes è lo stesso genere antologizzato da Ed Motta in una compilation dell'anno scorso, la quale pure (come la faccia di Junior Mendes) vi apparirà anonima in un primo momento, ma che in un secondo tempo rivelerà tutta la sua rilevanza. Junior Mendes, manco a dirlo, C'E' - in quella compilation.

Sia che ve l'accattiate in lussuosa edizione limitata-doppio vinile, sia che la recuperiate nella più prosaica versione in CD, sia che la fruiate attraverso gli ancora più prosaici Youtube e Spotify, capirete che Too Slow To Disco - oltre a raccogliere, appunto, tutta la musica troppo lenta da poterla ballare in discoteca - consiste nella migliore raccolta sinora dedicata all'adult-easy listening brasileiro nella transizione fra i '70 e gli '80. Ovvero, al tanto vituperato AOR di cui troppo si dice ma poco si sa, a cominciare da cosa sia effettivamente.

Ed Motta, ve l'ho detto, ha i requisiti giusti per spiegarlo. Ma qui non ci occuperemo di lui.

Nemmeno ci occuperemo di Junior Mendes, per assurdo. Essere accantonato pare sia il suo destino.

Ci occuperemo invece di Lincoln Olivetti, pioniere del sound anni '80 fra Copacabana e Ipanema. Benché il suo nome dica ancora meno di quello di Junior Mendes.

A me non diceva nulla fino a quando non godetti di quella sontuosa rassegna di duetti che risponde al titolo di Erasmo Carlos Convida, album del 1980 in cui la Leggenda della Jovem Guarda invitava a casa sua (più che alla sua corte, perché l'atmosfera è tutta confidenziale fra amici) altri pezzi da novanta della musica brasiliana. E ne godetti non solo per la statura di quegli ospiti, che certo non doveva essere Erasmo a far scoprire. Ma anche per quanto fantasticamente quel disco - preso a scatola chiusa in un mazzo di dischi brasiliani presi a scatola altrettanto chiusa - suonasse.

E complice quel brutto vizio già raccontato di leggere e rileggere le note di retro-copertina e crediti vari dall'alto in basso e poi dal basso in alto, realizzai che nella metà dei pezzi compariva (come arrangiatore e tastierista) Lincoln Olivetti.

Dedussi che questo Olivetti doveva essere qualcuno di abbastanza importante - se Erasmo lo sceglieva come arrangiatore per un disco che includeva, fra gli altri, contributi di Gil, Caetano Veloso, Jorge Ben, Gal Costa, Tim Maia, Roberto Carlos... che non mi sembravano artisti emergenti, e che soprattutto non lo erano neanche nel 1980.

Além Do Horizonte (con Tim Maia: lo zio di qualcuno che ho citato lassù all'inizio, e che non è Junior Mendes) fà bella mostra di questo suono di Olivetti, e porta il suo marchio fatto di fiati + linee elegantissime di synth + chitarra e basso funky in primo piano con frequente slap. Persino un classico come questo, che da noi una cantante abbastanza famosa ha reso altrettanto famoso, sta benissimo col vestito che Olivetti gli cuce su misura.

(Sia chiaro che per farsi un'idea va benissimo anche quest'altro, col suo principale collaboratore di studio: non ci sono le grandi voci ma tutto il resto c'è).

Se tutto ciò piace, piacerà anche Copacabana Sadia di Junior Mendes (eccolo) perché è uno dei dischi-cardine dell'estetica Olivetti. Tecnicamente è il corrispettivo tropicale del West Coast Sound californiano, da taluni ribattezzato Yacht Rock per via dei dettagli raffinati che lo contraddistinguono (detto così non si capisce niente ma si capirà tutto dopo), in concreto è quel pop brasiliano che non è né pop-rock né disco music. Sta in un territorio di mezzo che non si riempie con le etichette, oppure ci vuole un'etichetta bella grossa e quindi imprecisa.

Mai sentito Junior Mendes prima? Io no.

Ma nemmeno certi nomi tipo Marc Jordan, Stephen Bishop, Ned Doheny si sentono spesso. Comunque più di Junior Mendes, questo è ovvio.

Che per la verità ebbe una carriera più produttiva come autore e uomo di studio che non come cantante, anche perché dopo l'84 si torna a parlare di lui solo nel 2014. Quando muore per arresto cardiaco. Pare.

Lincoln Olivetti se ne va un anno dopo. In pochi lo conoscono fuori dal Brasile, eppure potreste averlo ascoltato tante volte perché, oltre che in produzioni soliste per quasi tutti quei nomi del disco di Erasmo, la sua mano è in diverse colonne sonore per film d'ambientazione esotica primi anni '80. Tipo questo.

(Ché infatti, non c'è nessuno che abbia reso quelle atmosfere meglio di Olivetti. Le stesse del famoso album in cui Marcos Valle sorseggia cocktail in copertina. Chi l'avrà prodotto?)

Per cui, la Copacabana di Junior Mendes sarà pure una di quelle cose un po' stereotipate da film - o da telenovelas tipo Agua Viva, di cui per la verità non ricordo molto a parte le magliette colorate dei ragazzi ma quello era l'aspetto fondamentale, però è di sicuro più Copacabana della Copacabana di un Barry Manilow qualsiasi e non solo perché le palme di cartone esprimono un vago senso di ridicolo (fossero solo quelle...)

E Junior Mendes sta lì, col suo unico disco, a dimostrare che sono molto più bravi i carioca a fare i californiani (a modo loro) che non il contrario.

Carico i commenti... con calma