Fra i grandi successi che hanno fatto vibrare gli anni 80 "Bette Davis Eyes" é uno di quelli più rappresentativi, tanto da superare il nome di Kim Carnes o da essere identificato con esso, senza che oltre vi fosse più nulla. Lo strano caso del successo di un brano che ha seppellito il suo album e la sua cantante. Kim Carnes tuttavia non è stata una meteora, così come potrebbe sembrare, nel panorama musicale americano. Ha attraversato gli anni 70 e 80 senza indugi, con una produzione assidua e costante. Il suo stile, la sua grinta l'hanno portata a competere con Deborah Harris e Crissie Hynde, hanno aperto la strada ad una generazione di donne del rock come Sheryl Crow, Alanis Morrissette.

"Mistaken Identities" é l'album del successo, planetario, incontrollabile che si apre con "Bette Davis Eyes" (BDE), primo in classifica per nove settimane in quel 1981. La critica fu benevola con questo lavoro, disco di platino e Grammy furono quasi d'obbligo. Ho trovato il vinile in condizioni perfette, questo pomeriggio in un mercatino. Indubbiamente é un buon disco che mette però in luce un peccato originale: la consapevolezza di avere nelle mani una hit che spacca e di voler puntare tutto su quella. Già il secondo brano, "Hit And Run" degli stessi autori di BDE (Donna Waiss e Jackie DeShannon), si pone in una posizione di sudditanza rispetto al primo, sia per struttura del brano (più legata ad atmosfere country, care a DeShannon, ma che in realtà hanno poco a che fare con certe innovazioni dell'album). Collocata in apertura dell'album, BDE sovrasta, confonde mette in secondo piano brani di buona fattura come la title track, "Draw Of The Cards", Don't Call It Love, "My Old Pals", brani che insieme offrono un'immagine di Kim matura e convincente. Gradevole è il bilanciamento fra il suono dei sintetizzatori, già starbordanti da tempo nella musica di quel periodo, e gli altri strumenti, cosa apprezzabile in buona parte dei brani. Il disco non dispiace affatto, mostra tutta la personalità di Kim Carnes, ma si coglie comunque la scelta di Val Garay, produttore navigato e sgamatissimo (James Taylor, Nicolette Larson, Santana,...), di voler puntare al bersaglio grosso. Alla fine ha avuto ragione lui e magari anche la Carnes ha apprezzato.

Io l'ho fatto sicuramente, perché con pochi euro ho portato a casa un bel disco.

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