"K 2.0" segna il ritorno dei Kula Shaker sulle scene nel febbraio 2016, dopo 6 anni di distanza dall'ultimo lavoro.
Il gruppo capitanato da Crispian Mills (aka Krishna Kantha Das) è conosciuto per le sue sonorità d'ispirazione Indiana, spesso anche nelle liriche. Uno dei loro singoli di successo fu "Govinda", dall'album "K" (1996).

Il disco viene anticipato dal singolo "Infinite Sun" e già mi stavo sfregando le mani in vista di un ottimo prodotto finale, quasi degno dei primi lavori. Ero molto ottimista.
Il brano presenta una struttura prettamente Raga Rock, con palese uso di sitar e tablas, che sfoggia melodie rilassanti, accattivanti, fresche e trippy in giusta quantità.
Beh... in tutta franchezza, questo brano (che segna anche l'inizio del disco) resterà l'unica nota veramente positiva del disco.

Se voleva essere un tentativo di "aggiornamento" del loro debutto capolavoro... no comment.

"K 2.0" si presenta come un disco dalle due facce: una di Rock Psichedelico "à la Kula Shaker" e una di Rock Acustico, quasi Country, che predomina per il 70%.

Come già si è potuto capire, sono rimasto abbastanza deluso.
Adoro la musica Country ed il Rock Acustico ma qui, ahimè, ci troviamo davanti a pezzi tutt'altro che memorabili, decenti ma non degni di questo nome (come si evince dal trio: "Holy Flame", "Death Of Democracy", "Love B (With U)"). Brani che rischiano spesso di sfociare nel banale/noioso.

Fortunatamente c'è la parte Psichedelica che offre qualche distinto spunto con "Here Come My Demons" e "Mountain Lifter", rispettivamente tinte di Stoner e spezie mediorientali. Brani che fungono da sveglia dopo la sonnolenza indotta dai precedenti atti.

Tutto sommato, il prodotto finale è sufficiente (sebbene striminzito) ma mi resta davvero tanta perplessità.

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