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Si inizia guardando la copertina; il basso fa le nuvolette, la batteria le dispone sullo sfondo, la chitarra squarcia tutto.

Poi, come uno stravolgimeno temporale; un cazzo di suono elettronico che ti illumina una stanza dei ricordi. Discoteche, veneto, anni novanta.

E mentre il sax ti mostra che hai addosso le zampe di elefante, il cervello si disoriena inesorabile.

Le prossime coordinate saranno improvvisate.

Il disordine pian piano ritrova il suo posto.

Si balla con gli occhi chiusi, ci si annoia.

Forse l´amore, qualcosa di profondo, la radice di un numero negativo.

Il tempo si diluisce espandendosi come una macchia.

Suoni che cercano un silenzio che l´animo non puó concedere.

Stop

Lard Free - Gilbert Artman's Lard Free (1973)

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