Più o meno a metà della pellicola, Tigre Tanaka, capo dei servizi segreti giapponese, invalido al 100% che per farsi il bagno ha bisogno dell'aiuto di almeno quattro badanti, ruota vorticosamente il proprio pene pixellato mentre svela a Bond il suo piano per assaltare la base segreta della cattivissima SPECTRE:

Formaggino: "Primo: lei diventa un giapponese (?).
Secondo: lei si addestra presto e bene per diventare un ninja come noi (??).
Terzo: per darle maggiore sicurezza (?!?), lei prende moglie (?!?!?!). Deve sposare una ragazza che sia conosciuta nell'isola".

Bond: "Ed è bella?".
Formaggino: "Ha il viso di un maiale".

Segue scena ambientata in quella che dovrebbe essere una sala operatoria ultratecnologica, in cui 00secchiello si sottopone ad un delicato intervento di chirurgia plastica alle sopracciglia, all'esito del quale si ritrova trasformato nel leggendario

BONDO-SAN
(Santa Maria aiutaci tu...)

Ed è esattamente in quel momento che capisci che, qualcosa, da qualche parte, se ne è andato definitivamente affanculo.
Qualcosa che non ti sai spiegare, a cui non sapresti dare un nome, ma che ha a che fare con la decenza, il pudore e la vergogna.

"Si vive solo due volte" (1967) è un passo falso.
Anzi, uno scivolone su una buccia di banana farcita di vasellina lasciata su un pavimento appena incerato.
Il passo falso merita comunque rispetto perché almeno ci hai provato.
Lo scivolone vuol dire che sei un cretino che non guarda dove mette i piedi.

E, ci tengo a dirlo, il problema non è nemmeno l'effetto "Poverata" suscitato dagli imbarazzanti e un po' commoventi effetti specialissimi della scena spaziale (nel senso di ambientata nello spazio) di apertura, in cui una latta di olio per frittura letteralmente "mangia" una lattina di tonno superabile.
Perché, in questo caso, si può comunque apprezzare il desiderio di osare e/o di stupire lo spettatore in maniera forse goffa e impacciata, ma comunque al massimo del potenziale offerto dai mezzi tecnici dell'epoca.

No.
Il problema è che troppe cose sono palesemente "tirate via".
Prima fra tutte, inutile nasconderlo, l'interpretazione di Connery.
Leggermente appesantito, comprensibilmente scoglionato da un ruolo sempre più sull'orlo del macchiettismo, lo scozzese lavora solo di mestiere, sfoggiando la sua performance più gratuitamente (e, posso dirlo? fastidiosamente) gigiona.

Tutto intorno a lui, carambola una sceneggiatura con enormi buchi e forzature (davvero geniale provare ad uccidere Bond proprio davanti all'ingresso della Osato!), un ritmo che non decolla mai, comicità in stile Mel Brooks e un tema musicale a base di fiati che sembra una marcetta dei bersaglieri suonata dalla banda cittadina di Abbiate Guazzone.
E, soprattutto, una sequenza di combattimento finale sconclusionata e confusionaria, in cui un centinaio di ninja, descritti poco prima come "maestri del mimetismo e della sorpresa" (cit.), nell'ordine:
- si fanno immediatamente beccare dal sistema di videosorveglianza della base;
. si fanno massacrare come tordi da macello dalle mitragliatrici;
- non riescono a trovare l'entrata della base segreta (Ahahahahh!);
- dopo che riescono ad entrare, fanno un casino della madonna con mitra e bombe a mano che manco il capodanno cinese a Napoli;
Da notare che l'unico a sfoderare "qualcosa" di vagamente ninjoso è proprio Bond che, ad un certo punto, potrebbe tranquillamente ammazzare una comparsa-soldatino con la pistola e invece decide di complicarsi la vita usando una stelletta ninja per colpire il malcapitato sul prepuzio.

C'è anche il tempo per un piccolo siparietto, a ben vedere piuttosto surreale, in cui gli sceneggiatori hanno voluto manifestare solidarietà per le istanze LGBT, credo in occasione dell'approvazione del DDL Cirinnà.
Bond e Tigre, il cui pene non occupa più di 5-6 pixel, si stanno facendo fare il bagno da un gruppo di ragazze in bikini, quando il già citato genio della strategia militare si rivela anche un esperto di sociologia e psicologia femminile mica da ridere:

Formaggino: "Immagino che lei sappia che cosa, di lei, le affascina... (ammicca). Sono i peli del petto (ammicca un po' più forte). Gli uomini giapponesi hanno tutti una magnifica pelle liscia (ammicca talmente forte che Enzo Miccio si alza dal divano e se ne va tirando un rutto e una scoreggia contemporaneamente)".

Sarebbe stato già abbastanza. Ma nel fango ti ci devi buttare di testa. E allora ecco arrivare la replica della spia venuta dal reparto biancheria intima: 

Bond: "Dice un antico proverbio giapponese: gli uccelli non fanno il nido sugli alberi nudi".

In lontananza, rieccheggia un tonfo sordo.
E' la vergogna che si è appena lanciata giù dal balcone.

Intendiamoci: non tutto è da sacco viola per l'indifferenziato.
L'inseguimento in auto con annesso "solito trattamento" a base di elicottero è una pensata notevole ed è girato molto bene.
La base segreta della Spectre è (di nuovo!) una figata.
Donald Pleasence presta il volto (finalmente) a Blofeld e, nell'arco di pochissime scene, si imprime a fuoco nella mente di qualcunque spettatore.
Tutta la sequenza a bordo dell'elicotterino Little Nellie è simpatica, anche se la regia non fa granchè per nascondere che si sono usati dei modellini grandi comeun ovetto Kinder.
Ma il bilancio finale è insufficiente e, se devo essere sincero, mi fa temere una deriva brutta per i successivi episodi della saga.

Volendo passare (verbo quanto mai azzeccato) al reparto passera, la situazione non cambia di molto.
A questo proposito, ho già ribadito più volte, anche su queste pagine, il mio sentito apprezzamento per le bellezze orientali.
Molto banalmente, penso che un popolo e una cultura che ci ha regalato il bukkake debbano meritare il nostro rispetto incondizionato.

Tuttavia, la mia est-eros-filia non mi impedisce di affermare che siamo di fronte alla, anzi alle, Bond Girl peggiori apparse sino ad ora.
Akiko Wakabayashi, nel ruolo di Aki, presente nella prima parte della pellicola prima di cadere vittima di un attentato destinato a Bond (che, peraltro, pare non avere grossissimi problemi di transfert e di elaborazione del lutto, visto che nel giro di un paio di scene è già dietro ad inseminare un'altra giapponesina senza fare un plissè) è simpatica e carina, ma non può oggettivamente reggere il confronto con chi l'ha preceduta.

Mie Hama, nei panni di Kissy Suzuki, avrebbe avuto un potenziale anche superiore alla sua sfortunata collega, ma viene relegata ad un ruolo assolutamente secondario, compare in poche scene (peraltro quasi sempre in bikini) e, in ogni caso, non lascia certo un segno indelebile sul mio lenzuolo... Le posso dare mezzo voto in più perchè ho scoperto che ha posato per Playboy e l'intraprendenza va sempre premiata.

Dai, ragazzi, ma come si fa?
Solo pochi giorni fa ho messo in fondo alla classifica una come Claudine Auger e adesso vi presentate con ste due cisti?

L'ambientazione giapponese si prestava a mille possibilità!
Sogno un Bond professore di ginnastica che ruba le mutandine dagli spogliatoi delle studentesse.
Mi immagino un Bond samurai che distribuisce battutacce da trattoria su grossi spadoni e fodere capienti e canne di bambù che non si piegano neppure nella più violenta delle tempeste.
Mi sarebbe pure andato bene un Bond che gli lanciavi i componenti e si trasformava in Jeeg Robot d'acciaio e si infrattava con la Power Rangers rosa.
E invece gli avete messo in testa un parrucchino, in faccia le sopracciglia finte e nel piatto due involtini primavera freddi.

Mai come prima d'ora, le classifiche si fanno da sole:

"Best Boom Bond Movies":

1) "Dalla Russia con amore";
2) "Missione Goldfinger";
3) "Licenzia di Uccidere";
4) "Thunderball (Operazione tuono)";
5) "Si vive solo due volte"


"Best Boom Bond Pussies":
1) Daniela Bianchi – Tatiana Romanova;
2) Honor Blackman – Pussy Galore;
3) Ursula Andress – Honey Rider;
4) Claudine Auger – Dominique "Domino" Derval;
5) Memole e l'altra giappo che muore;

Prossimo appuntamento: "Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà"

 

 

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