I Limbus 3 & 4 sono un’oscura e leggendaria formazione di Krautrock orginaria di Heidelberg. Il gruppo si inseriva pienamente nello “zeitgeist” dell’epoca in cui in Germania erano numerose le comuni hippie spesso anche politicizzate. Le giovani generazioni tedesche erano scosse da quanto fatto dai loro padri con il Nazismo e si ribellavano allo status quo attraverso la politica e l’arte. Se politicamente ci fu una protesta radicale che sfociò poi nel terrorismo della banda Baader-Meinhof artisticamente i risultati furono all’insegna di una creatività sfrenata. Leggere un libro come “Il viaggio” di Bernward Vesper dà sicuramente un’idea del clima dell’epoca (nel testo viene anche citata la comune degli Amon Duul!). La musica fu senz’altro uno dei veicoli attraverso cui canalizzare le energie verso un nuovo linguaggio. Si guardava ad’Oriente, sulle orme del “Siddharta” di Hermanne Hesse, e si faceva propria l’utopia della psichedelia americana. Il tutto veniva filtrato attraverso le proprie radici teutoniche assimilando la lezione del connazionale Karl-Heinz Stockausen.
I Limbus 3 esordirono nel 1969 con “Cosmic Music Experience”: la formazione inzialmente era un terzetto composto da Odysseum Artnem, Bernd Henninger e Gerd Kraus. Le influenze principali erano quelle della musica etnica, in particolare Africana e Indiana. Nel 1970 venne pubblicato il secondo lavoro “Mandalas”: per l’occasione si unì il percussionista Matthias Knieper (da qui la nuova denominazione di Limbus 4). Le coordinate sonore non cambiarano anche se questo album risulta alla fine più fruibile e meglio strutturato rispetto al suo predecessore. Gli strumenti etnici usati sono numerosi: il sitar, le tablas, le percussioni tribali, la viola e gli effetti elettronici contribuiscono a creare una sorta di vortice Cosmico e allucinato che porta l’ascoltatore in un’altra dimensione dell’essere. “Mandalas” è un vero e proprio trip che conduce verso l’Assoluto. “Dhyana” è una porta aperta che ci conduce a visitare un antico monastero buddista dove si celebra un rituale sconosciuto. “Kundalini” è tantrica, musica concepita per curare lo spirito. “Heihu” è invece ostica e sperimentale mentre “Plasma” chiude con le percussioni che conducono una danza esoterica. I Limbus erano mistici: la loro attitudine alla trascendenza e alla meditazione alla ricerca di un’Unità metafisica perduta li avvicina di sicuro ai grandi Popol Vuh. Un’ulteriore conferma di quanto la Germania sia stata, all’epoca, una vera e propria fucina di talenti. Si tratta in ogni caso di musica di ricerca di non facile ascolto e, per essere pienamente apprezzata, richiede una buona dose di concentrazione.
La band si sciolse nel 1971 dopo appena 2 album. In particolare questo “Mandalas” rimane ancora oggi un gioiello grezzo da conservare gelosamente a testimonianza di un periodo irripetibile che non è poi così lontano.
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