Il ritorno con il botto o il definitivo passo falso?

Questa è la domanda che tutti si chiedono sul nuovo arrivo in casa Linkin Park. Uscito involontariamente in anticipo (ah la pirateria!), l'album suona come un qualcosa che non te l'aspetti. Nu-metal? beh, già con "Minutes Of Midnight" si poteva pensare che si erano discostati dal loro genere "primordiale", ma questo "A Thousand Suns" lo rinchiude addirittura in un cassetto e ne butta via la chiave.

E nel cassetto ci sono anche le chitarre accordate in DADGBe, la voce growl e tutto ciò che li ha resi famosi, per dar spazio a tastiere, sintetizzatori e drum machine. Un concept album dai temi impegnati, elettronico e ricco di interludi (almeno 6 cammuffati come tracce),ma che riprende anche il cantato rap di Shinoda (un po accantonato in Minutes of Midnight). Impegnativo e rischioso, ma allo stesso tempo innovativo: la "Zooropa" dei Linkin Park, che come gli U2 negli anni 90 (permettetemi il paragone) provano a sperimentare infischiandosene dei successi del passato.

L'album si apre con un doppio interludio che fanno da titoli di testa del "film" che ci attende e subito l'emozionante "Burning In The Sky" in cui le voci di Shinoda e Bennigton si intrecciano su un tappeto di piano e chitarra con un coinvolgente assolo finale. In "When They Come For Me" e "Wrectches And Kings" torna Mike Shinoda a rappare (in stile Bomfunk MC, direi) mentre il piano di "Robot Boy" ti fa sbattere le mani a tempo di musica nell'attesa (forse vana) che Chester esploda.

La dolce "Waiting For The End" fa da intermezzo per Blackout in cui Chester prima rappa eppoi urla nel ritornello. La canzone nu-metal dell'album? No, il sound è dannatamente elettronico e new-wawe che ne fanno l'esperimento forse più riuscito dell'album, trainante e allegro.

"Iridescent" sembra esser uscita invece da un album dei Coldplay o dei Muse, mentre "The Catalyst" (la hit che ha fatto storcere il naso a parecchi fan per sound quasi da discoteca) s'impone come il momento della battaglia finale prima dei titoli di coda che appaiono con l'acoustic ballad "The Messenger".

L'album, influenzato dalle esperienze Fort Minor e Dead By Sunrise dei due leader, tuttavia pecca di durata (solo 47 minuti) ed è potrà essere considerato un po' troppo ambizioso.

Non abbiamo davanti "Dark Side Of The Moon", ma sempre qualcosa di interessante da ascoltare. Un album Alternative-pop.

 

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