Tuffarsi così negli anni Ottanta non capita tutti i giorni. Perché sì, quello messo in piedi dai Litfiba è stato proprio questo, un tuffo nel passato, senza nostalgie di sorta, un doveroso omaggio alla propria storia e a quella di tante persone che ai tempi avevano vent'anni e oggi te li (ri)trovi sotto il palco con qualche capello in meno ma con la stessa gioia.

Sogno proibito di ogni fan-atico del gruppo fiorentino, rivedere, almeno per una volta, insieme quella formazione che scrisse in piena new wave italiana (all'estero il fenomeno ero morto e sepolto da un pezzo) dischi come "Desaparecido" e "17 Re" era fino a qualche mese una pura utopia, una speranza dura a morire, ma destinata a rimanere tale. Ed è bastato un messaggio su facebook del buon Gianni Maroccolo ad annunciare, insieme al Don Aiazzi, la sua partecipazione al concerto fiorentino dei Litfiba di giugno per riaccendere prima gli entusiasmi e poi la voglia di credere che non si sarebbe trattato di un'esperienza isolata. In quel Mandela Forum di Firenze alla fine suonarono insieme solo una ventina di minuti, come del resto prontamente annunciato, ma per i molti, nemmeno tantissimi in realtà, presenti, fu come un viaggio nel tempo, quasi come se quel gruppo non si fosse mai sciolto nel lontano 1989, con i vari membri ad intraprendere le strade più disparate, chi in maniera estremamente credibile, chi meno. "Istanbul", "Il Vento", il ritmo degli anni Ottanta che ritorna per una sera, con il "basso mangiatutto" in primo piano e i tastiere a tessere splendide trame.

Quella che poteva sembrare una nostalgica rimpatriata tra vecchi amici, con le solite ruggini di troppo, invece è stata la scintilla per qualcosa di più vasto e articolato, che risponde appunto al nome di "Trilogia Tour", tournée dedicata rigorosamente al repertorio dell'epoca, senza alcuna concessione di sorta a pezzi spesso ben più noti e popolari ma nati in tutt'altro contesto. Anticipata da una data zero in Svizzera, la doppietta milanese di fine gennaio è stata la dimostrazione, visto che ogni volta lo si mette in dubbio, di come anche in Italia si sia stati capaci di fare rock di gran classe, con una forte identità e che non si limitasse a scimmiottare modelli stranieri. Quasi due ore e mezza di concerto, che si aprono con un inno come "Eroi nel Vento", cantata a squarciagola da una Alcatraz che per due sere di seguito ha fatto registrare il tutto esaurito (e di questi tempi non è affatto poco) seguita da autentici cavalli di razza come "Istanbul", "Tziganata", "Pierrot e la Luna". Un rapporto, quello che negli anni Ottanta ci fu tra quei Litfiba e certe atmosfere zingaresche e mitteleuropee, che ne decretò il successo ed il fascino, rendendoli spesso apprezzati più all'estero, con varie tournée in Spagna e Francia, che in Italia. Che soddisfazione poi quando ci si ritrova ad ascoltare pezzi come "Elettrica Danza" o "Versante Est", autentiche gemme sconosciute ai più, pubblicate ai tempi solo in ep ormai fuori catalogo da trent'anni o in raccolte oggi appannaggio dei collezionisti più agguerriti, a dimostrare come si fosse capaci di infilare pezzi di qualità anche in uscite "minori". Una scaletta per intenditori, davvero, e forse la scelta di preferire per questo tour locali più intimi al posto dei soliti palazzetti non è stata sbagliata, anche perché c'è da chiedersi quanti di quelli che impazziscono oggi per i vari Diabli e Regine di Cuori conoscano o almeno abbiano mai ascoltato questi pezzi. Davvero, pochi soldi e molta gloria, dal '90 in poi ci sarebbe stata tutta un'altra storia, sia a livello umano che musicale, ma qui davvero si contribuì a scrivere pagine e pagine di musica. Quanto ai "ragazzi", ormai tutti ultracinquantenni, Pelù si è dimostrato nuovamente frontman di primo livello, stavolta con pochi proclami e molta sostanza, e Renzulli ha svolto bene il suo lavoro, senza stafare.  E i due "ospiti"? Aiazzi, fondamentale dietro i tasti d'avorio, è sempre lì, sorridente e un po' in disparte, mentre Maroccolo ha il sorriso di un bambino che non crede ai propri occhi. Nota di merito anche al nuovo arrivato Luca Martelli, dietro i tamburi, e doveroso ricordo del grande Ringo De Palma durante le due serate, prontamente registrate per un disco dal vivo di prossima uscita. Di più non si poteva davvero chiedere. Il voto è a quegli anni e alle emozioni, di ieri e di oggi. 

Scaletta:Prima parte:Eroi nel ventoTziganataLa PredaTranseaGuerraIstanbulVersante EstApapaiaPierrot e la LunaElettrica danzaBallataRe del silenzioGira nel mio cerchioCaneFeritoSeconda Parte:LouisianaIl VentoPanameSantiagoCi Sei Solo TuCorriAmigoResta Bis:Tex
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