E allora tu, lettore ignorante e muto come una bestemmia, cosa ti aspetti da questa pagina? Cosa ti aspetti dalla tua vita del cazzo, dalla tua televisione del cazzo, dal tuo lavoro del cazzo, dalla tua istruzione del cazzo, dalle tue droghe del cazzo? Te lo dico io? No, io no. Trovo più piacevole vederti con la camicia rigirata sui gomiti, chino, a cercare in questo pozzo di merda lo smeraldo che t'hanno promesso. Io ti lascio così, sto aspettando i pop corn per gustarmi lo spettacolo, prima che venga il mio turno di rigirarmi le maniche della camicia. Ci pensa lui a dissipare i dubbi. Pensa lui a tutto. Lascialo fare, evita i tuoi giudizi morali da mediocre e lascialo libero di vagare. Ci pensa lui. Il rifiutato, l'odiato e oggi incredibilmente alla moda Louis-Ferdinand Cèline. Ci pensa lui a dirti che gli fai schifo, che gli fa schifo la tua vita, che gli fa schifo questa vita in cui è stato condannato a non essere una lurida puttana, a rifiutare parcelle, ad odiare le stesse persone che aiuta, ad aver sempre qualcosa d?intelligente da dire.

Il Medico Malato: Louis-Ferdinand Cèline.

Cèline ai margini della vita e della sua vita. Pazzo, imbottito di pillole, con tre pantaloni uno sull'altro tenuti su da una corda, circondato da animali, rinchiuso nella sua casa-cripta di Meudon, mentre il mondo fuori invoca la sua fucilazione, mentre gli profana la tomba della madre. Un solo anno prima di morire.

E allora tu, lettore X, cosa vuoi da Cèline, ma soprattutto cosa sei disposto a capire, ad imparare, da Cèline? Cosa accetterai di questo "Nord"?

Tre persone, più Bebert, con il 75 bis al culo che raccolgono tutti i frutti amari che hanno a disposizione. Via dalla Francia mentre le folle inferocite e disgustate pisciano sulla loro moquette. In Germania, a Berlino con i palazzi che vengono spruzzati fuori dai loro balconi. Un SS si occuperà di te, sei già compromesso schifoso avversario delle razze, putrido collaborazionista. Sai che danno!?! Rifugiati in un paese dove ti salutano al grido di "Porco Francese", guardando al Nord illuminato dal notturno cielo... rosa per le bombe.

Un'attesa inconsapevole, come la vita. La vita passata aspettando, aspettare passando la vita. Una prosa distrutta, desolata, dolorosa, bombardata per un uomo che si sentiva come il soffitto di una chiesa bombardata. E allora tu, lettore comodo e presuntuoso, con i tuoi giudizi avventati e stupidi, cosa farai una volta finito "Nord"? Lo vuoi un consiglio? Non leggerlo.

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