Soave e al contempo angosciante. Non saprei con quali altri aggettivi descrivere questo splendido album, debutto degli scozzesi Lowlife.

La band nasce nel 1985 dalle ceneri dei The Dead Neigbhours, formazione voodobilly, e ben presto viene notata dai maestri Cocteau Twins. Sono proprio i Cocteau Twins, con il loro Pop sognante, a influenzare la musica proposta dalla band del defunto Craig Lorentson (R.i.p. 04/06/2010), tuttavia non possono essere dimenticate le impronte lasciate dai maestri Joy Division e Echo & The Bunnymen.

Un disco che è stato definito in svariati modi: New Wave, Dream Pop e Shoegaze. Quello che so è che nelle note di "Permanent Sleep" si intrecciano alla perfezione oscurità e luce, quiete e angoscia. Un disco che appartiene alla tarda stagione della New Wave ma in grado di esprimere ottime idee e un pathos incredibilmente profondo.

Sono passati ventisette anni, eppure"Permanent Sleep" suona ancora attuale.

Si parte con la tetra "Coward Way", sorta di malcelata ode suicida, basata su un refrain ossessivo e brumoso. Indescrivibile oltre un certo limite. Si procede con la bellissima "As It Happens", caratterizzata da un basso pulsante e da riffs di chitarra screziati di glaciale tristezza. Bellissima anche "Mother Tongue" e da lacrime la struggente "Wild Swan". C'è anche un brano strumentale: "The Betting & Gaming Act 1964".

Nella riedizione del 2004 è anche presente l'EP "Rain" contente ben sette canzoni. "Permanent Sleep" rimane una pietra miliare di quel Post-Punk decadente e imparentato con il Dream Pop. Un suono che esprime disperazione e ansie mai, però, in maniera urlata o sguaiata.

Un disco tiepido e consolante nel suo glaciale e angosciante incedere. Un disco da assaporare e custodire.

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