Ecco la vera, splendida Lucinda Williams: tra il country, Tapestry e il folk-rock d'autore à la Joni Mitchell.

Le ci vollero sei anni per produrre "Car Wheels...", che uscì la prima volta nel 1998 con tredici brani che servirono a polarizzare definitivamente l'attenzione su quest'artista di Lake Charles, Louisiana. Nonostante il lungo processo di gestazione, i singoli solchi non soffrono affatto di "overproduction", bensì rimangono schietti, fluidi e "muddy" ("fangosi") come lo stesso paesaggio del basso Mississippi, che nell'album - potete scommetterci! - la fa da padrona.

Lucinda compie un'operazione che potremmo definire un "rivoltarsi l'anima come un guanto", rivelando tutta se stessa in liriche intimistiche come "Right In Time" e in altre che esprimono il senso di essere "on the road" (praticamente tutte le rimanenti, qua e là arricchite da magistrali slide guitars). L'album è da considerarsi come un'autobiografia di gioventù della bionda cantautrice e i nomi dei musicisti che hanno collaborato a questa produzione suscitano immancabilmente l'effetto "a-ah!": Steve Earle, Donald Lindley, Charlie Sexton, Buddy Miller e l'onnipresente Emmylou Harris (tra gli altri). E' uno di quei CD che sembrano dirti "cool up!", "calmati e ascolta", e il mio consiglio è di gustarlo nella sua intierezza (inclusi dunque i bonus) lasciandolo fluire dallo stereo dell'auto, preferibilmente mentre si è in procinto di compiere un viaggio lungo. Impossibile non essere attratti dai testi: pura poesia con richiami destinati a tutti gli amanti del rock-blues e del folk. Ecco due stralci esemplari:

"We used to drive / Throu Lafayette and Baton Rouge / In a yellow El Camino / Listening to Howlin Wolf..." ("Lake Charles")

"We'd put on ZZ Top / and turn 'em up real loud / I used to think you were strong / I used to think you were proud / I used to think nothing could be wrong" ("Metal Firecracker").

Sebbene il suono della prima edizione di Car Wheels... fosse già eccezionale, l'album (che ha vinto un Grammy e un disco d'oro) è uscito in diverse altre versioni rimasterizzate, in cui la voce della Williams rimane fortunatamente intoccata mentre viene reso più fluido e cristallino - là dove se ne è sentito il bisogno - il tappeto sonoro. Interessanti gli extra tracks in questa come in tutte le altre ristampe "enhanced".

Grazie a "Car Wheels on a Gravel Road", Lucinda, già molto apprezzata tra gli altri da Tom Petty (che fece la cover di "Changed the Locks", dal primo album - autoprodotto - della cantautrice), si guadagnò le lodi di svariate leggende del folk e del country. Il musicista rock newyorkese Jesse Malin, notoriamente grande fan di Neil Young, Tom Waits e Steve Earle, dev'essere anche lui rimasto ammaliato dalla Williams, tant'è vero che nel suo ultimo album "Glitter in the Gutter" (2007) le ha dedicato una canzone che porta proprio il suo nome: "Lucinda".

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