1973. Dopo "Il Mio Canto Libero" fa luce nei negozi di dischi il settimo disco della sua carriera, "Il Nostro Caro Angelo", preannunciato dal singolo omonimo.

n disco che segna una svolta nella carriera del cantante di Poggio Bustone che inizia a rivoluzionare i canoni della musica italiana attraverso l’uso di nuovi schemi musicali come si può vedere già ne La Collina Dei Ciliegi, brano che apre l’album e già facente parte del lato B del singolo, non presenta un vero e proprio ritornello ma ripetute pause e cambi di ritmo con l’aiuto di voci femminili che si ripercorrono qua e là in tutto il disco, come per esempio in Ma E' Un Canto Brasilero, brano che parte con un intro parlato che termina in una specie di ritmo rock in cui l’artista prende in giro il mondo della pubblicità.

In La Canzone Della Terra l’ascoltatore viene trasportato in luoghi rurali attraverso l’uso delle percussioni e delle parole di un contadino. E' Il brano più sperimentale del disco, che precede "Il Nostro Caro Angelo, capolavoro assoluto della carriera di Battisti con un testo ermetico e oscuro. Il messaggio della canzone è combattere le convenzioni e seguire le aspirazioni per non cadere nella "fossa dei leoni".

Provocatoria è anche Le Allettanti Promesse, che si scaglia contro il conformismo delle piccole città di provincia, e da segnalare Questo Inferno Rosa, brano intenso ed elaborato che chiude un album sofisticato, rivoluzionario ed incompreso dalla critica dell’epoca.

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