Su Youtube c'è un discutibile video dei Banco chiamato "Grande Joe", (di Sanremo 1985) e sotto un commento: "Nessuno sfugge agli anni 80".

Beh in effetti gli anni 80 hanno visto l'esplosione dell' elettronica e dell' utilizzo del synth, ma nel primo anno della decade sono usciti ancora album sostanzialmente esenti da tali sonorità (per citarne solo una minima parte, i grandi reduci del Prog, "California "di G. Nannini, "Colpa d'Alfredo" di V. Rossi, "E io ci sto" di Rino Gaetano).

Lucio Battisti dà alla luce "Una Giornata Uggiosa" proprio nel 1980, ed è un album che invece abbraccia, con largo anticipo nel panorama italiano, le sonorità tipiche sopra citate.

Potrebbe essere un pregio, ma in realtà non lo è, in quanto il suono e gli strumenti utilizzati creano una commistione di suoni e sonorità che guarda timidamente al futuro senza osare lo strappo con il passato. Un disco ibrido che, detto terra terra, non è nè carne nè pesce.

Se da un lato è vero che i Depeche Mode dovevano ancora esordire, è altrettanto vero che il vento della trilogia berlinese di D. Bowie stava spirando in Europa da un bel pezzo. Dejavù. E Battisti, a mio avviso, almeno in questo album, fallisce quasi miseramente nella sua personale sfida di rinnovamento musicale e compositivo. Può essere paragonato ai Beatles del 1970. Non più inseguito, ma inseguitore.

Ma ciò che maggiormente mi lasciano perplesso sono, a mio avviso, i testi e le tematiche delle canzoni.

Mettendo da parte la crisi compositiva della coppia Mogol-Battisti, ciò che sucita meraviglia è come uomini di 37 anni possano ancora scrivere testi riguardanti situazioni che possono interessare persone che al massimo dovrebbero avere 20-25 anni. La prima volta che ascoltai questo disco ero ben consapevole dell'anno di pubblicazione e dell'età del cantante. E rimasi sconvolto nell'ascolto della title-track, quando il Battisti cantava: "... intatta con le stesse mutandine rosa".

Ma, più in generale, i testi narrano ancora di situazioni sentimentali, pensieri, contesti che danno (sembrano dare) ancora un quadro emotivo ancora molto immaturo dei due, nonostante non siano più ragazzi, ma uomini. Lo so, erano artisti (uno lo è ancora), ma un pò di maturità sarebbe stata categorica.

A mio avviso, man mano che un cantante diventa più adulto, e più vecchio, dovrebbe adeguare i testi e i contenuti delle sue canzoni.

Tutti questi fattori non possono far sì che io possa apprezzare al pieno questo disco, nonostante la grande validità del cantante, del paroliere, e la portata storica del disco stesso.

Meglio i dischi precedenti, e i dischi successivi.

Nemmeno Battisti, mio malgrado, è sfuggito agli anni 80.       

Elenco tracce samples e video

01   Il monolocale (04:50)

02   Arrivederci a questa sera (04:15)

03   Gelosa cara (03:54)

04   Orgoglio e dignità (04:28)

05   Una vita viva (04:04)

06   Amore mio di provincia (04:12)

07   Questo amore (04:18)

08   Perché non sei una mela (03:29)

09   Una giornata uggiosa (05:12)

10   Con il nastro rosa (05:30)

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Altre recensioni

Di  Viva Lì

 "Una giornata uggiosa" è uno dei dischi più pomposi e meno riusciti del periodo Mogol-Battisti.

 Il verso "Lo scopriremo solo vivendo" è diventato un vero e proprio modo di dire.


Di  Valeriorivoli

 Anche se l’album chiude la collaborazione tra Battisti e Mogol, questa Giornata Uggiosa non si è sbiadita con gli anni.

 Il concept si chiude col dolce incubo di 'Con il nastro rosa', con assolo pinkfloydesco e un soffuso e un pò orrorifico coro finale.


Di  Fratellone

 «Con il nastro rosa» è il capolavoro assoluto di tutta la musica italiana.

 «Un artista non può camminare dietro il pubblico. Un artista deve camminare davanti».