"I'm giving up on trying to sell you things that you ain't buying. It's all in your head. It's all in your head."


Il testo originale in verità dice "it's all in your hands. Ma ancora una volta parliamo di vaporwave, ovvero la non-musica dove ognuno capisce ciò che vuole. Un esempio: questo favoloso riciclo di estetiche e miscuglio di cose senza senso che è il vapor è stato da alcuni visto come una critica al capitalismo che ricicla e svuota di significato ogni fenomeno culturale per poterlo riproporre edulcorato. C'è però chi che, al contrario, ha visto in tutto ciò un'esaltazione, sia pure solamente estetica, del fenomeno. Possono essere vere tutte e due le letture, ma personalmente dubito che ci sia chi si è posto davvero il problema: le seghe mentali non appartengono a questo genere, a questo genere appartiene solo il vuoto.

Chuck Person, il futuro Oneothrix Point Never, aveva fissato le caratteristiche formali del vaporwave già nel 2010. Macintosh Plus, uno dei tanti nomi assunti dall'anonimo Vektroid, appena un anno dopo diede una forma riconoscibile all'estetica del genere. Floral Shoppe è l'album vaporwave per eccellenza, il Reign in Blood di chi passa troppo tempo su internet: la statua ellenistica di Helios in copertina è divenuta simbolo stesso del genere quanto meme di bassa lega. Se volete provare il genere o sentire un solo disco per curiosità e poi dimenticarsi del tutto di sta roba, scegliete questo album. In effetti parlare della musica contenuta in Floral Shoppe può essere piuttosto sterile. Oltre a nomi senza senso e titoli in giapponese che non vogliono dire nulla, qui troviamo canzoni disco anni '80 rallentate e sovrapposte in una qualità audio povera e monotona che riporta alla mente quella poco piacevole sensazione d'ipnosi e di stordimento che si ha nel dormiveglia. Sade viene rallentata al punto che la sua voce diventa un lamento strascicato e incomprensibile, Diana Ross diventa un funk senza capo né coda di sette minuti oggetto di un'infinità di parodie. Tra momenti più rilassanti ed altri più inquieti, Floral Shoppe è a ragione il disco più rappresentativo di questo miscuglio di roba anni'80, vecchie pubblicità, videogiochi anni '90 e musica da ascensore che è il vaporwave. Un genere musicale che non è un genere, un'attitudine che non esiste al di fuori di internet, una cosa che viene presa in giro dai suoi stessi fruitori. Alcuni, come me, apprezzano questa musica e la trovano piacevole da ascoltare. Altri, e non me la sento di criticarli, dicono sia impossibile ascoltare seriamente questa robaccia e sono convinti che chi dice di apprezzarla sta facendo solo dell'ironia.

Eccola, la parola magica. Ironia. Se vi interessava soltanto sapere qualcosa del disco, smettere pure di leggere. L'ironia è forse il tratto specifico di questi ultimi cinque anni. Negli anni '60 c'era la scoperta della trasgressione, negli anni '70 la politica, negli anni '80 il disimpegno, negli anni '90 le giacche di jeans ed il gel, negli anni 2000 il truzzi VS metallari, negli anni '10 c'è l'ironia. E c'è ancora qualcuno che nega che l'Occidente sia in declino. Più di chiunque altro, il vaporwave è figlio dei suoi tempi, quando il confine tra serietà e scherzo è talmente flebile da non esistere. Non è necessariamente una cosa negativa. Prendete ad esempio l'indie-alternativoide di oggi: chiamatelo hipster, yuccie, health goth, cutester, normcore, fapasaurus rex o come vi pare: è sempre la stessa roba. Vestono come braccianti analfabeti o come bambini ritardati, ma lo fanno con ironia. Suonano musica di merda, ma con ironia. Ascoltano roba di merda, ma con ironia. Parlano di politica e suonano al primomaggio, ma con ironia. Quest'ironia nasconde il non avere niente da dire, niente da fare ed il non sapere nulla di nulla: sono dei Jovanotti che non hanno il coraggio di ammetterlo.

Quelli che cazzeggiano con il vapore non hanno niente da dire nemmeno loro. E i detrattori hanno ragione: il vaporwave è aria fritta, nel mondo reale ha l'influenza di un meme di internet ed è in generale una cosa poco sensata. Tuttavia, in tutto questo vapore in bottiglia, alla fine un significato c'è: quando capisci di non avere nulla da dire tanto vale fornire una confezione garbata e divertente a questo nulla. Una cosa fine a se stessa, ma che non ha paura ad ammetterlo, non chiede nulla in cambio. Una cosa che viene dal basso e che non genera gente che se la tira, non rompe i marroni alla radio e non tenta di venderti qualcosa. Molta gente sembra bersi acriticamente narrazioni politiche che poggiano su basi puramente emozionali ed è convinta che "vivrà un'esperienza" acquistando un certo prodotto di una cera marca. Qui c'è gente che preferisce rifugiarsi consapevolmente in un passato idealizzato e cristallizzato, mai vissuto né esistito, ma che sa sempre quando sta sognando e quando no. C'è chi ha nostalgia del mai vissuto pensando al cinema in bianco e nero, alle femmes fatales ed ai Sam Spade perennemente con la sigaretta in bocca e con il cappello in testa. Ora c'è anche chi ha nostalgia delle pubblicità di trent'anni fa e della bassa qualtà audio delle vecchie VHS. Non è una fuga dalla realtà, non ha un particolare valore culturale, non è un segno distintivo, non è sintomo di spaesamento o tristezza: è vapore, non è e basta. E non prova essere qualcosa che non è.

Non so proprio come possa sentirsi un cinquantenne di fronte al vaporwave. A me questa musica provoca sensazioni particolarissime, assolutamente non le più intense o le migliori che abbia mai avuto dalla musica, ma vibrazioni a modo loro uniche. Se invece non vi piace o la trovate senza senso, potrete ignorarla comodamente, perché non ve la troverete mai alla radio o nei supermercati. Che vi piaccia o no, augurate lunga vita al vapore.

Carico i commenti... con calma