Lungo la scogliera, guardando il mare

... il posto era isolato. La strada polverosa. Muretti di pietra la costeggiavano e tutt'intorno crescevano erbacce e cespugli. M'incamminai lungo un sentiero che si staccava dalla strada e scendeva verso il basso, costeggiando i bordi di un precipizio scosceso, aspro, quasi impraticabile. Una stradina che perdendosi nelle piste create da animali selvatici, mi portò ad uno spazio rado. Era primavera e sul quel dirupo impervio e brullo, avevano trovato la forza di crescere e fiorire, mandorli, ciliegi, qualche cespo di rose selvatiche e alberi dalla folta chioma. Un tappeto di rami e foglie d'ogni colore formava il sottobosco e io sentivo il profumo della vegetazione umida. Sotto, cinquanta metri più in basso, c'era il mare. Le onde mosse dal vento si rovesciavano rumorosamente sulle rocce e si ricoprivano di schiuma bianca. Mi piaceva guardare. Vedendo quello spettacolo, ogni superbia di noi umani, avrebbe dovuto placarsi e farci tornare ad un assennato rapporto con la natura e la nostra vita. Vedendo quello spettacolo, era facile perdersi nell'illusione che ad un creato così bello, corrispondesse un altrettanto nobile indole di noi umani. Ma sappiamo che non è così.


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