Championship Vinyl Shop

è il negozio di dischi presente in "Alta fedeltà", il romanzo di Nick Hornby. L' habitat naturale per misantropi individui che si muovono agilmente su e giù per le scale del pentagramma, tra gli scaffali colmi e ben catalogati di "oro nero, lucido e circolare". Più semplicemente, il regno dei feticisti della seconda arte. Se vi sentite attratti da questo gruppo come una stella verso il buco nero, se parlando di cucina, meteorologia o del tubo del lavabo che si è rotto, arrivate sempre, inspiegabilmente a parlare di musica e, innanzitutto, se riuscite a riconoscere un'opera osservandola di notte, in una oscura galleria, con un palmo di polvere e coperta con un telo, questo è il gruppo che fa per voi, garantito.

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Aggiungetemi!
(5+5) oscure perle black (4). Per Imasoulman. Som, sangue e raça - Dom Salvador e Abolição
Tim Maia (lo so che lo conosci!) mi ha aperto un mondo: la commistione tra funky soul e bossa!
C'è della roba pazzesca! Tipo questi.
(5+5) oscure perle black. Per Imasoulman tyrone davis can i change my mind
Dove l'ho già sentito quel giro di chitarra?
Tyrone "the wonder boy" ne ha fatte ancora un paio di hits ma in quanti lo sanno?
(5+5) oscure perle black. Per @[imasoulman] The Politicians Featuring McKinley Jackson - The World We Live In - 1972
Questo è un CAPOLAVORO!
Neri, incazzati, cazzuti.
Tre funky e free jazz, anticipando un sacco di roba.
Ma non sono una meteora, pensa che erano il gruppo che lavorava con Holland-Dozier-Holland!
(5+5) oscure perle black. ROY HAMILTON - UNCHAINED MELODY 1955
Serie dedicata ad @[imasoulman]
Sì, perché mi piace il rischio....
Quando si gioca con la prima in classifica se si pareggia è già un buon risultato! Ma anche perdere giocando a viso aperto va bene.... Così se riesco a stupire il buon Ima e, magari, a fargli scoprire un piccolo classico che gli è sfuggito sarà - per me - un bel colpo.
Per tutti gli altri (che non sono enciclopedici come il nostro) spero che l'ascolto sia piacevole e che si possa fare qualche bella scoperta.
Il primo è Roy Hamilton che ha scritto un botto di Hits ma nessuno (o pochissimi) lo sa. Tipo questa che tutti conoscete per altre, innumerevoli versioni. Lui l'aveva incisa nel 1955....
Anzi questa va dritta tra #iladri che ne dici @[G] ?
Move On-Loggins & Messina-1974

"Loggins and Messina", fu un gruppo made in USA di rock-pop, formato dal duo Kenny Loggins alla voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, armonica a bocca e Jim Messina alla voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, mandolino, dobro.
Ebbero un gran successo nei primi anni '70.

Dopo aver venduto oltre 16.000.000 di dischi, Loggins & Messina si separarono nel '76.

Poi Loggins continuò a sfornare con successo singoli legati a colonne sonore negli '80 e facendo parte della band With Blue Sky Riders negli ultimi anni.

Messina invece continuò sia da solista che unendosi per un breve periodo ai Poco e ai Buffalo Springfield e niente.
Psychedelia dall'altra parte del mondo (5)
Los Shakers - Candombe (1968)
Chiudo con il meglio: Los Shakers dall'Uruguay (mica ci giocano solo a calcio, laggiù....)
Questo disco è un capolavoro, credetemi: armonie cristalline, arrangiamenti eleganti, songwriting di prim'ordine.
Non fatevelo scappare!
Psychedelia dall'altra parte del mondo (4)
Traffic Sound - Virgin
I Traffic Sound dal Perù.
Questi non sono una stranezza, una freakerie per bullarsi cogli amici (come faccio io), no: questo era proprio un gran gruppo!
Gente con tutte le carte in regola (ed un certo successo lo hanno pure avuto).
Se non fossero nati dall'altra parte del mondo saremmo qui a celebrarli in altro modo....
Psychedelia dall'altra parte del mondo (2)
Cuando llegue el año 2000 - Los gatos (participacion de TANGUITO)
La "2000 Light Yers From Home" argentina!
I Los Gatos, piccolo mito beat della Pampa.
Peccato che di così belle non ne hanno fatte molte....
Piove che il cielo la manda....
Cosa fare allora con un simile tempo de mierda? Mollarvi un'altra delle mie liste da 5!
Psychedelia dall'altra parte del mondo (1)
the Speakers - Ninos ('68)
Nella prima lista che vi ho ammollato nessuno si è accorto di un gruppo, i "Los Mac's" dal Cile e del loro disco "Kaleidoscope Man" che qualcuno, a suo tempo, ebbe a definire : "il Sgt. Pepper cileno"!
Ora, lasciando da parte i confronti imbarazzanti, fu grazie a quel disco che io mi presi una delle mie sbandate cicliche: quella per la psychedelia latino-americana degli anni '60 e '70.
Bene, ho trovato roba pazzesca e qualche disco davvero bello, tipo questo "En el maravilloso mundo de Ingeson" dei The Speakers, dalla Colombia!
Ditemi se non è una chicca!
Heroin In Tahiti - Sartana
Record La-bel!
(Le etichette discografiche che non hanno l'attenzione che meriterebbero)

[02] Boring Machines
Etichetta italianissima, sulla scena da ben 13 anni, nasce nel 2006 con l'intendo di valorizzare produzioni italiane che non hanno una buona visibilità, presentandosi con il significativo sottotitolo nonchè motto "In difesa della musica noiosa". La label tratta
in prevalenza 'Italian Occult Psichedelia' (termine coniato dal giornalista Antonio Ciarletta e venerato ogni anno, a partire dal 2013, al Thalassa Festival di Roma), ed altri generi di nicchia del sottobosco italiano, lontani dai riflettori. Ha una votata predisposizione per artisti che trattano tematiche legate a malinconia e disagio, prediligendo ritmiche lente e rivisitazioni alterate della forma canzone. Come è logico aspettarsi da una etichetta underground che bada alla qualità del prodotto, le uscite sono pubblicate prevalentemente in vinile. Onga, il titolare dell'etichetta, in una intervista di qualche tempo fa, disse "Sono un sostenitore della sostanza sulla forma" e i dischi sono corredati perfettamente in entrambi i casi. Ovvio che gli esosi costi del vinile ridimensionano il numero di copie ad una tiratura che si aggira sui 50 pezzi.

"Trovavo criminale che alcuni musicisti non avessero il supporto che meritavano e credevo che in Italia ci fossero un sacco di bravi da aiutare ad uscire dal loro bozzolo per essere esposti ad un pubblico più ampio". Questo diceva Onga nel 2015 parlando del motivo che lo spinse a generare la casa discografica. Oggi la perseveranza nel portare allo scoperto valide espressioni musicali è la stessa di ieri, di tredici anni fa. Prestare un ascolto al catalogo Boring Machines è obbligatorio per un cultore musicale, ci sono cose che potrebbero accompagnarti per il resto della vita.
Scritta e non riletta.
YouTube video non trovatoGx_ZVPFx8I0...ringrazio con questa meraviglia acid folk...
The Heads - Thumbs
Considerazioni sulla discografia dei Heads
La chilometrica versione di "Coogan's Bluff" dona un rinnovato lustro a "Relaxing With" , pregno zeppo di psycho-stoner da far cadere giù gli intonaci, un gran bel disco, non c'è che dire. Lo spessore del fulminante esordio crea importanti aspettative nel secondo lavoro, "Everybody Knows We Got Nowhere" del 2000 , che non le disattende affatto, anzi. Un sound affine al primo lavoro ma più corposo, con una particolare attenzione alla produzione, decisamente più pulita. "Coogan's Bluff" è una splendida suite ma lo spessore qualitativo delle tracce unito ad una omogeneità di fondo rende quest'ultimo il picco più alto della loro carriera. "Thumbs " (tra le mie preferite) sembra un brano regalato dai Bevis Frond. Lo stesso Paul Allen per lunghi tratti pare impossessato da redivivo Nick Saloman. Tutte le premesse sono buone, con queste condizioni si può andare solo avanti. Il terzo lavoro, invece, è il primo mezzo passo a ritroso. "Under Sided" è un album onesto, con buoni capitoli come l'iniziale "Dissonaut" dalle reminiscenze shoegaze alla My Bloody Valentine di "Isn't Anything", con l'arabesco scenario allestito dalla chitarra di Simon Price in "Trilogy Part 3", ma qualcosa si perde nel sound, più remissivo e propenso ad esplorare nuovo orizzonti, ad un cambiamento che arriva con "33" (2004), diviso in trenta deliranti parti dove ritmiche tribali si avvicendano a raschi industrial-ambient. La svolta musicale è evidente e viene sancita con i due volumi di "Rituals From The Heads & The Big Naturals" (2007) realizzati in collaborazione, appunto, dei The Big Naturals. Anche in questi solchi tanta ambient con divagazioni di free improvisation spalmati in tutto il disco. Da citare, tra il 2004 e il 2007 (ma anche no) ci sono le parentesi "Dead In The Water" funambola e svogliata su un filo psycho-noir già riscaldato e mangiato più volte da 40 anni a questa parte e "Under The Stress Of A Headlong Dive" dove, tranne la finale suite di 14 minuti "Creating The Enternal Now Is Always", avrebbero potuto saltare l'appuntamento senza tanti rimpianti. La traiettoria discendente ora è in picchiata. "Irrepressible Heads" del 2008, disco che dovrebbe essere volutamente lo-fi (ed il sottoscritto ama il lo-fi), in realtà è un disco senza idee, mal riuscito e che si sente male per l'appunto. Stesso giudizio per il successivo "Vertigo Swill" (2011), un infima orgia di rumori che nemmeno il registratore di musicassette regalatomi da mio zio alla prima comunione poteva partorire. Tornando indietro non mi sarei mai sottoposto a codesta tortura. Quale, la comunione? Si, ma anche l'ascolto dell'album.
L'andazzo non cambia in "Enten-Eller" (messaggio subliminale nelle voci montate al contrario in Either Part 2?) e " Inner Space Broadcasts Volume 1 Part 1". Ma prima o poi tutti ritornano sui propri passi, tutti ritrovano la via di casa ed è così che nel 2015 arriva l'album della reden
GG Allin - No Rights (Acoustic)

Il suo vero nome era Gesù Cristo e visse poco più di trentatre anni (precisamente quasi 37)

Il fratello maggiore (di poco meno di tre anni) Merle, era incapace di pronunciarne il nome correttamente ed iniziò a chiamarlo Jeje divenuto poi GG.

Prima di iniziare le elementari la madre gli cambiò il nome in Kevin Michael (vaccelo a sapè perchè...).

Gigi amava i Beatles e i Rolling Stones (che sia per ciò che Gianni Morandi lo cantò nel '66? ai posteriori l'ardua sentenza...).

Da adolescente formò la sua prima band, i "Little Sister's Date" (con l'altro fratello maggiore chiamato Pinky), che durò a malapena un annetto (niente a che vedere con un nanetto anche se oralmente parlando ci assomiglia...) la band intendo.

A metà degli '80 Gigi era divenuto totalmente dipendente da eroina ed alcool, senza farsi mancare varie altre sostanze stupefacenti di cui abusava allegramente.

Uno dei suoi maggiori idoli fu Hiram "Hank" King Williams leggendario cantautore country morto a soli 30 anni, appena tre anni prima che nascesse il ns. Gigi, anche lui tossicodipendente perso, l'ultima canzone edita da Hank fu «I'll Never Get Out Of This World Alive» ovvero «Non Uscirò Mai Vivo Da Questo Mondo» ma questa è un'altra storia... e che storia!
The Fletcher Memorial Home - Pink Floyd
L'olofonia è una tecnica di registrazione e riproduzione sonora eseguita tramite uno speciale microfono denominato olofono che permette di riprodurre un suono in modo simile a come viene percepito dall'apparato uditivo dell'uomo: il suono non si percepisce più sui padiglioni delle cuffie o nell'arco stereofonico classico, ma addirittura fuori dalla testa, quasi nelle esatte coordinate spaziali di registrazione.(wikipedia)
Boh!, esistono solo 4 dischi registrati con questa tecnica...oltre a The final cut, Roger Waters, The Pros and Cons of Hitch Hiking, Psychic TV, Dreams Less Sweet, Some Bizarre e Gianni Togni (udite udite) Stile Libero. Tutti tra il 1982 e il 1984......mi viene da pensare che non ebbe molto successo, ma vi garantisco, e chi lo possiede ne e' testimone, che suona da Dio!
øjeRum - mine hænder i intet
Record La-bel!
(Le etichette discografiche che non hanno l'attenzione che meriterebbero)

[01] Eilean Rec.
Apro questa serie di approfondimenti con la Eilean Rec, un'etichetta che ho particolarmente a cuore (tra l'altro ne parla Rockerilla nell'ultimo numero). È stato il nono lavoro dell'artista danese Paw Grabowski, alias øjeRum (poi diventato mio amico grazie ad una fitta corrispondenza!), dal titolo Væv (la mia seconda recensione per Debaser) a portarmi a conoscenza dell'etichetta indipendente francese. La Eilean Rec. è un' esperienza sonora fantastica e nasce con un ambizioso e originale progetto: solo 100 dischi, ne uno di più ne uno di meno, corrispondenti a cento punti, a formare una ideale mappa che abbraccia i cinque continenti. I suddetti cento punti formano un mosaico policromo poichè contrassegnati dal colore della stagione di pubblicazione. Quatto stagioni per quattro colori: bianco per l'inverno, verde per la primavera, blu per l'estate e giallo-arancio-marrone per l'autunno. Mathias Van Eecloo, l' ingegnoso proprietario dell'etichetta ha conferito una particolare attenzione all'aspetto visivo, rendendo i booklet delle opere dei veri e propri libri fotografici interconnessi con la musica. Elettro-acustica, sperimentazione ambientale e neoclassicismo sono iscritti nel pedigree della Eilean Rec. , che ne ha fatto dei succitati generi il suo marchio di fabbrica, attraverso una attenta, maniacale selezione di artisti e opere. In un periodo in cui la produzione su supporto fisico è ai minimi storici, la Eilean Rec. ha adottato una coraggiosa (mettiamoci pure rischiosa) politica della nostalgia, del sentimento che combatte ogni consolidato, asettico concetto commerciale e ha avuto ragione: ogni opera (tiratura massima 120/200 copie) è andata a ruba. Le ultime pubblicazioni persino sold out in prevendita. La pubblicazione n° 100 vedrà la luce entro la fine dell'anno, dopodichè la Eilean Rec. chiuderà per sempre i battenti, ma Mr. Van Eecloo ha in porto altri progetti e se le premesse sono queste...
Link utili:
eilean records
Music | eilean rec.
...e la mia recensione se non avete niente da fare! øjeRum - Væv - øjeRum - Recensione di JonatanCoe
[It's A] Big World
Big world e' un disco live di JJ senza applausi e registrato in un unico concerto. Al pubblico venne chiesto di rimanere in silenzio durante le esecuzioni e ovviamente di non applaudire. Ve lo propongo perche' il suono di questo disco e' spaziale!! una delle piu' belle registrazioni su vinile mai sentite!
GOIN' DOWN SLOW HOWLIN' WOLF

James Burke "St. Louis Jimmy" Oden nacque nel 1903 a Nashville, la citta più popolosa del Tennessee.
Iniziò a cantare ed a suonare il pianoforte durante l'infanzia.
Da giovincello lasciò casa per andare a St. Louis a suonare il blues.
A trent'anni si spostò coll'amico Roosevelt Sykes soprannominato "The Honeydripper" (anche lui pianista) in quel di Chicago, e qui gli affibbiarono il nomignolo "St. Louis Jimmy".
Rimane famoso come cantautore anche con questo brano registrato nel '41 e ripreso da molti artisti e niente...