Praticamente la versione più sofisticata e arrangiata di "Ruminations"

#zot2017

Conor Oberst - Salutations (Nonesuch, March 17, 2017)

Durante il ritiro nell'inverno di Omaha nel Nebraska, dopo quello che era stato un crollo totale sia sul piano psicologico che fisico, e dove in maniera spontanea, quasi inaspettata, Conor Oberst aveva scritto le canzoni che poi avevano dato vita a quel disco tanto bello quanto "rustico" che è "Ruminations" (registrato in compagnia del solo tecnico Ben Brodin in quattodici ore). Ritornato alla vita in società, diciamo così, l'anno scorso Oberst ha voluto letteralmente "salutare" questo rientro con un disco che è simbolicamente intitolato "Salutations" e che idealmente segna una linea di separazione con quella fase negativa della sua esistenza, ma che senza rinnegarla consiste proprio nella riproposizione delle stesse canzoni (con qualche aggiunta: "Too Late To Fixate", "Overdue", "Afterthought", "Napalm", "Empty Hotel by the Sea", "Anytime Soon", "Salutations") ma in una chiave diversa e con sessioni di registrazione allargata a un numero considerevole di amici e collaboratori (tra questi menzionerei i più celebri tipo M. Ward o Jonathan Wilson, James Felice...). Il disco nel suo complesso non è poi tanto differente da "Ruminations" e il giudizio è chiaramente positivo, anche se le versioni "originali" restano a mio parere migliori e in una dimensione che forse più si addice alla scrittura e lo stile di Oberst, che personalmente continuo a considerare un autore dal grande potenziale.

#brighteyes #conoroberst #indie

Conor Oberst - A Little Uncanny
Carico i commenti... con calma