I Man or ASTRO-man? nascono nei primi anni ’90, grazie a tre studenti del college di Auburn (Alabama) decisi ad unire le loro due più grandi passioni: musica surf e fantascienza. L’obiettivo è quello di rileggere il surf strumentale dei mostri sacri del genere (Dick Dale, Ventures, Surfaris, Link Wray e Astronauts, tanto per citare i più importanti) secondo una personalissima interpretazione, contraddistinta da un’autentica ossessione per tutto quello che può dirsi anche solo vagamente fantascientifico. Per questo motivo, allo scopo di etichettare la propria musica, la band ha coniato un termine perfettamente calzante: space-age surf.

Nei loro dischi è infatti presente una fitta trama di oscuri richiami ad ancor più oscuri film o serie televisive (con una particolare predilezione per i B-movies degli anni ’50), da cui campionano una quantità di effetti sonori e stralci di dialoghi, che vengono poi inseriti all’interno delle canzoni. Extraterrestri, robot, ufo, scienziati pazzi e addirittura formule astronomiche (ad esempio “F=(GmM(moon)), (r^2)”, ossia la formula della legge di gravitazione universale applicata alla luna, che da il titolo ad una delle canzoni qui presenti) sono i soggetti attorno a cui ruotano tutte le loro opere. Se a questo aggiungiamo il fatto che i nostri si celano dietro a delle identità fittizie (sostengono di essere in realtà degli alieni atterrati sulla terra a scopo di studio, rimasti successivamente affascinati dalla musica surf) e che sono soliti suonare dal vivo muniti di tutte spaziali, caschi ed ogni sorta di cianfrusaglie “retro-futuristiche”, possiamo arrivare a definirli una vera e propria concept band, in stile Devo (da cui mutuano anche una certa vena comico/demenziale).

Questo lavoro, un EP del 1994, raccoglie dieci canzoni risalenti al primo periodo di attività del gruppo e vede Star Crunch (chitarra e voce occasionale), Coco The Electronic Monkey Wizard (basso e campionamenti) e Birdstuff (batteria), affiancati dal secondo chitarrista Dr. Deleto, alle prese con un surf rock epilettico, fatto di canzoni veloci ed adrenaliniche. Sono ancora lontane le derive noise/sintetiche che caratterizzeranno le loro ultime produzioni, evolutesi in qualcosa di sostanzialmente diverso rispetto al sound delle origini; qui è sempre forte l’impronta dello stile surf più classico, pieno di riverberi e vibrati.

La prima canzone è introdotta dalla voce di uno speaker intento a descrivere una “ignition sequence” con tanto di conto alla rovescia, terminato il quale decolla la bellissima “Rocketship XL-3”, scandita dalle fulminee accelerazioni chitarristiche dell’estroso Star Crunch, che ci da subito un generoso assaggio delle notevoli capacità tecniche e compositive del gruppo. Vale la pena citare anche “Taser Guns Means Big Fun”, una sorta di divagazione in chiave western (e come si fa a non sorridere quando, nel bel mezzo della canzone, la musica si interrompe improvvisamente e la vocetta di un marziano annuncia “we interrupt this supersonic program to bring you this message!”) e “Destination Venus”, l’unico pezzo cantato del disco, una cover dei Rezillos, gruppo della new wave inglese di fine anni ’70 (altra formazione col pallino della fantascienza).

Difficile non rimanere colpiti dai Man or ASTRO-man?, questa folle combriccola di nerd surfisti (oltretutto estremamente prolifica, dato che hanno pubblicato più o meno una quindicina tra EP ed LP), che è da annoverare tra gli esponenti di spicco del panorama surf contemporaneo, sia per la geniale inventiva, che per l’irresistibile tocco visionario che permea tutte le loro composizioni.

Carico i commenti... con calma