Il Reverendo chiude con questo album la trilogia iniziata nel 96 con Antichrist Superstar e continuata nel 98 con Mechanical Animals.
Holy Wood, ovvero il legno sacro dove è stato crocifisso Cristo, quinta fatica di Marilyn Manson è un disco oscuro, cupo, rabbioso, con atmosfere stile gotico che va ascoltato con molta attenzione prima di essere giudicato.
Questo lavoro è un concept album diviso in 4 parti (In The Shadow, The Androgyne, Of Red Earth e The Fallen) e non è solo una raccolta di canzoni, ma è anche la narrazione di una storia che ha come protagonista Adam Cadmon (riferimento simbolico fatto da Manson al primo uomo sulla terra) un ragazzo che vorrebbe far parte di un mondo perfetto ma poi capisce che non è come si aspettava e si ribella e alla fine viene metaforicamente ucciso dai media, nel senso di divenire nient'altro che un altro prodotto creato per essere commercializzato. Marilyn Manson usa questa storia come pretesto per criticare la società odierna, la religione e la politica.
Ma parliamo delle 19 canzoni che formano il cd.. Prima ancora di inserire il cd nel lettore compare in copertina lui in posa crocifissa senza mandibola e nel back si vede un suo primo piano sempre smandibolato dietro il simbolo del diavolo (chissà come si saranno spaventati tutti gli ottusi critici bigotti..). Il viaggio nel mondo oscuro di MM si apre con la cupa "GodEatGod" e si conclude con "Count To Six And Die", dove sembra che Manson stia parlando di una ragazza con una pistola puntata alla bocca che stia per sparare. L'album è un miscuglio di atmosfere industrial e gotiche con la rabbia urlata di "The Love Song" "Burning Flag" "Disposable Teens" (molto simile a "The Beautiful People") e "The Fight Song" (le ultime 2 citate sono state anche singoli), con canzoni con riff molto ipnotici come "Cruci-fiction in Space", con tristi ma bei lenti rock come in "Coma Black" e "A Place In The Dirt" e strano ma vero ma anche con canzoni quasi pop come la bella "Lamb Of God" o "The Death Song" (perchè come ha detto proprio lui: se voglio fare una canzone su una rivoluzione e voglio che la gente la canti, deve essere orecchiabile) e semi-acustiche come "The Fall Of Adam" "Count To Six And Die" e "In The Shadow Of The Valley Of Death". Proprio quest'ultima può essere definita la title-track, a me piace molto l'andatura acustica lenta con l'arrivo verso la fine della percussione che la rende così malinconica e bella. MM ha inserito vari messaggi nascosti, dalla "Death Valley" cioè valle dei famosi (una specie di Hollywood maledetta) alle "flies" che credo siano i mass-media che vanno addosso come mosche a chi cerca di fare qualcosa di diverso e lo "mercificano". Un album diverso dal glam-rock del precedente Mechanical Animals e diversissimo dal rock-elettronico orecchiabile del successore The Golden Age Of Grotesque. Ciò non vuol dire che sia il massimo dell'innovazione (anzi...) ma comunque questo cd è molto vario e anche completo.
Lasciando perdere i discorsi sulla sua immagine (c'è a chi può piacere e a chi no, ma è sempre stato così), questo (a parer mio grande e un pò sottovalutato) disco rappresenta secondo me il lato più introverso dell'Anticristo Superstar.
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