O lo si ama o lo si odia.
E forse questa l'affermazione su cui tutti si tovano d'accordo nel parlare di Marilyn Manson. Ho 19 anni, sento parlare del "reverendo" sin dalle scuole medie, ma per un motivo o per l'altro, non ho mai ascoltato i suoi lavori.
Sono morbosamente appassionato di musica: ascolto ogni genere e ogni artista senza pregiudizio alcuno; nonostante ciò ho spesso evitato che le mie orecchie avessero un incontro ravvicinato con le note del discusso Mr Brian Warner, per gli amici Marilyn Manson. La mia scelta è stata probabilmente dettata da quella massiccia ed eccessiva ondata di polemiche generatasi intorno al tenebroso artista: che si trattasse di leggende metropolitane o meno, per anni ne ho sentite di tutti i colori e applicando il "teorema" piuttosto artigianale ho relegato il suddetto tizio nel cassetto cerebrale dei "fenomeni da baraccone-macchine per soldi-finti trasgressivi" (per cui, ahime, Marilyn è andato a fare compagnia a Britney Spears e Avril Lavigne).
Un giorno però mi son dovuto ricredere, mandando al diavolo (per restare in tema) il poco efficace teorema. Entrando nel negozio di dischi, inizio a spulciarlo in lungo e in largo nei suoi scaffali, quando i miei occhi vengono diabolicamente attratti da una copertina: il volto del signor Manson, le due corna che gli spuntano dalla testa (chissà cosa combinava la signora Dita von Teese mentre il mefistofelico maritino registrava il disco) e le iniziali MM in stile gotico che troneggiavano sopra al titolo "lest we forget" (oggettivamente stupendo): il tutto reso in un davvero magnifico, e non si possono negare le qualita pittoriche di Brian (autore della copertina).
Passiamo al nocciolo della questione: le canzoni. Il disco si apre con "the love song", la quale e semplicemente un pugno nello stomaco sia per l'incedere che per il testo; in sequenza troviamo "personal Jesus", cover dell'omonimo brano dei Depeche mode (ma che con essi non regge il confronto), "the fight song", "tainted love" (bella cover dei Soft Cell); "the dope show", "this is the new Shit" e "disponsable teens" ci conducono per mano in un crescendo di rabbia, chitarre e insopprimibili emozioni, verso il capolavoro assoluto: la traccia 9, "Sweet dreams". -...l'abbiamo ballata con gli Eurythmics fino allo sfinimento, ma Marilyn Manson ci propone una lunga discesa verso gli inferi, con un canto trascinato e incursioni da brivido, in quella che non puo non essere considerata una perla di stile. Bellissima anche la n, ro 14: "the nobodies", un brano triste, sentito, eseguito ottimamente. Davvero pregevoli anche "the beautiful people" e "(S)aint", con le quali il sogno-incubo si avvia alla conclusione. E con due considerazioni ter, mina anche questa lunga rece....
Ho rivalutato tantissimo Marilyn Manson: non lo si può capire in modo superficiale, bisogna andare oltre quel rossetto, quel cerone, quegli occhi multicolore. E necessario leggere a fondo i suoi testi, i quali, ve lo assicuro, testimoniano che Brian Warner, in fondo è un bravo artista e ha un cervelllo che non funziona affatto male...
Volete sapere come finisce la mia storia?.... Il giorno dopo sono tornato in negozio e ho comprato tutta la discografia!!!!!!!
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