Marissa Nadler è sicuramente una delle songwriter più affascinanti nella scena della musica pop indipendente. Ovviamente parliamo di un'artista e di una cantante dotata di una voce particolarmente melodiosa e di un'ottima scrittrice di canzoni e musicista, nota in maniera particolare per la sua tecnica chitarristica peculiare e con uno stile simile al fingerpicking che poi è tipico delle sue canzoni.

Un'artista a tutto tondo (è anche una pittrice) quindi, nata e cresciuta nel Massachusetts, USA, e ivi residente in Boston, prossima a rilasciare il suo nuovo disco il prossimo 20 maggio. L'album si intitolerà 'Strangers' e uscirà per l'etichetta Sacred Bones, la stessa con cui ha collaborato in occasione della pubblicazione di 'July' (2014), il suo ultimo disco che è stato accompagnato da ottime critiche da parte del pubblico e degli addetti ai lavori: più che una consacrazione, un vero e proprio trionfo.

Ma potete starne certi: questo nuovo disco non riceverà sicuramente un'accoglienza meno positiva. Intanto perché dopo sei album in studio ('Strangers' sarà il settimo) Marissa è diventata una cantante molto popolare e apprezzata non solo da chi è addentro alla musica indipendente, ma anche da quella che si potrebbe definire come un audience di ascoltatori più ampia e 'mainstream'.

Secondariamente, soprattutto, 'Strangers' riprende quella stessa tipologia di sonorità e di atmosfere che hanno fatto di 'July' quello che potremmo definire come una 'gemma oscura'. Non è un caso a tale proposito che il produttore del disco e il principale collaboratore sia anche in questo caso l'audio-engineer Randall Dun (titolare anche del suo progetto Masters Musicians of Bukkake) e già noto per i suoi lavori con altri artisti come Akron/Family, Sunn O))), Six Organs of Admittance (tra gli altri).

Anticipato dalla pubblicazione di due canzoni, 'Janie in Love' e 'All the Colours of the Dark', le sonorità del disco sono come detto in pratica molto simili a quelle dell'ultimo album. Composizioni che preferisco definire come sognanti e ipnotiche canzoni folk invece che inserirle nelle specifiche categorie 'ghotic folk' oppure 'dreampop', due catalogazioni che non mi piacciono molto. La prima secondo me è troppo pesante e troppo pretenziosa e questo anche laddove in un caso come questo, possiamo riconoscere e cogliere una certa dolcezza, una specie di accoglienza a braccia aperte ideale in quella che è la sua musica e soprattutto la sua voce; la seconda perché è oramai abusata e per lo più adoperata per sonorità decisamente più 'pop' di quelle di questo disco.

Tuttavia, gli aspetti più interessanti di questo disco riguardano probabilmente le liriche e il processo creativo complessivo adoperato dall'artista. In un certo senso infatti Marissa ha dovuto reinventare se stessa e adoperare alcune tecniche tipiche del campo della letteratura oppure della poesia calandosi gradualmente in quello che è un processo di spersonalizzazione. Nessun titolo avrebbe potuto essere migliore per questo disco che 'Strangers'. Ma chi sono veramente questi stranieri, questi sconosciuti? Troppo facile pensare a una delle canzoni più famose di Jim Morrison e dei Doors. Ma quella di Marissa Nadler è in realtà la vera applicazione di un metodo e di una terapia che ti porta a guardare agli altri per potere allo stesso modo riuscire a guardare e esplorare dentro te stesso e nella tua anima più profonda. Sai com'è. È come quando ad esempio dici di essere sfortunato. Quando dici di essere sfortunato, in fondo, non è lo stesso che come quando affermi di essere fortunato e/oppure migliore degli altri? In entrambi i casi tu stai facendo la stessa cosa: ti stai ponendo su di un piedistallo ideale. Stai dicendo che sei diverso dagli altri e che per una qualche ragione sei 'speciale', ma la verità è che non accetti te stesso e questo perché hai paura e non tanto degli altri quanto di te stesso e di quello che sei veramente. Così, come in un gioco di specchi , puoi ascoltare questo disco e fare lo stesso che Marissa ha fatto nello scriere queste canzoni. Puoi perderti in queste atmosfere dark e allo stesso tempo leggere e sognanti e poi riflettere il tuo viso negli occhi di una persona sconosciuta e allora per magia dissolverti in migliaia di pezzi dentro ombre di tutti i colori e poi ritornare con i piedi per terra e magari essere diverso da quello che eri prima oppure magari semplicemente renderti conto che sei lo stesso, che sei tale e quale a prima, ma non sei solo.

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