......data da dimenticare........18 marzo 2003 (incidente stradale).......

E' gia', la vita di un pluridecorato artista custodisce anche giorni da dimenticare, come per Mark Knopfler è stato quel lunedì 18 marzo del 2003, quando in piena Londra a bordo della sua Honda è andato a sbattere contro una Fiat Punto (non c'era un italiano alla guida, vero?) procurandosi sei costole fratturate e un ricovero al St. Thomas Hospital dal quale verrà dimesso dopo qualche ora. Preoccupazione a parte per lo stato di salute dell'artista, management e fans sinceramente inquieti o volutamente avidi,  hanno dovuto fare i conti con l'immediato annullamento del tour di supporto a "The Ragpicker's Dream", che avrebbe preso piede di lì a qualche settimana. La convalescenza - che non gli ha permesso per quasi un mese e mezzo di imbracciare nemmeno una chitarra -, non ha però privato il contuso di Glasgow dal mettere nero su bianco ispirazione e spunti, che avrebbero trovato posto su di un successivo lavoro discografico.

"Shangri-La" è il piacevole risultato di un artista che ha concentrato le sue energie compositive nel country, nel folk e attingendo all'immancabile sorgente del blues, mettendo in note stati d'animo ridotti all'essenziale  e disadorne sensazioni che lasciano scorgere senza rendersene conto, l'intero lotto delle passioni musicali di un Knopfler che in alcuni frangenti non teme neanche di apparire demodé. Non cadrò in contraddizione, affermando che in questo disco è possibile tanto distinguere una narrativa musicale il cui baluardo è rappresentato da una tenera spontaneità, quanto cogliere aspetti compositivi più vivaci e premurosamente elettrici.

5.15 a.m. snow laying alla round...è la strofa che sommessamente introduce al primo brano (5.15 per l'appunto) del disco, ove la chitarra solletica la melliflua ed orecchiabile melodia di un'interpretazione vocale, che apre a tutti gli strumenti , in un'atmosfera garbata ma mai scialba. "Boom Like That" è una traccia dinamica in cui una ponderata elettricità  trascina l'ascoltatore in un appagante vortice di ilarità, in nome di una perfetta combinazione strofa-ritornello in cui anche l'essenzialità di un assolo trova la giusta collocazione, per un sardonico testo dedicato al successo della più nota catena di fastfood al mondo o meglio al suo creatore Ray Krock ( ...ring-a-ding-ding milkshake mixers that's my thing...and i gotta see a good thing sure enough, now  or my name's not kroc that's kroc with a "k" like crocodile but not spelled that way, yeah...). "Sucker Row" rimanda  piacevolmente al passato nella struttura del brano, ove  lo smagliante ricamo di una rifulgente sei corde al cantato delle strofe, tramuta un semplice brano in un'impeccabile ballad d'atmosfera, procurando  un salto nel tempo agli incomparabili (con le opportune distinzioni...) "Brothers In Arms" e "On Every Street" che di certe rifiniture di stile ne erano stati insospettabili   precursori. Sulla stessa linea si trova "Whoop De Doo" per il cui massimo apprezzamento dell'ascolto, basterebbe chiudere gli occhi e lasciarsi trascinare dalla magia di un'atmosfera, come dalla dolcezza delle parole che infondono il piacere di assaporare al meglio la semplicità delle cose (...so many little things are so much better now they were only the little things anyhow...).  

Nell'economia globale di un lavoro come questo, Knopfler non avrebbe mai potuto farsi sfuggire l'occasione di ricordare chi ha lasciato indelebili segni della propria esistenza ad uso e consumo del prossimo: si parte con la dilatazione ritmica del graffiante blues di "Song For Sonny Liston" (dedicata al primo pugile cattivo) che ti  fa battere regolarmente il piedino per tutto il tempo, così come "Back To Tupelo" (che richiama anche nel testo il Re del Rock ‘n' Roll) ci regala due accorati e brevi assoli senza nulla a pretendere e con  "Donegan's Gone" (un pensiero anche al noto Lonnie Donegan che tanto ha dato al folk) dov'è l'allettante stridio del bottleneck a scorrere su e giù per l'intera durata del brano più breve del disco. A dimostrare che all'ex leader dei Dire Straits non piace solo esprimersi in quei differenti territori musicali che maggiormente rispecchiano il suo habitat naturale, giungono la palpabile quiete del folk di "All That Matters" che lascia prender vita ad un spontaneo walzer notturno, l'incantevole e trascinante variazione ritmica di stampo sudamericano di "Postcards From Paraguay", mentre la amabile title track sembra trasporre ai giorni nostri, la serenità dei sentimenti springsteeniani di fine anni '80.

In questo quarto capitolo solista, Knopfler indossa come non mai gli abiti del cantautore con ponderatezza ed attento equilibrio, offrendo riffs magari velati, dimostrando però che abilità e tecnicismo sono sempre presenti, ma più al servizio di delicate melodie e incontaminati richiami blues. Il più delle volte sembra ascoltare canzoni molto personali ed intime, magari timorose di potersi donare al grande pubblico, ma forse è anche questo ad amplificarne l'indiscutibile bellezza.

Sia ben inteso, non siamo nella elegante Newport (le record-sessions si sono svolte a Malibu...) dove più di quarant'anni prima Dylan fu accusato di aver fatto perire il folk, di essersi liberato della tradizione, ma di fronte ad un suo garbato discepolo incline al richiamo dei suoi capiscuola (o maestri).

[Per la prima volta la limited edition di un disco di MK include un dvd, in cui il nostro spiega la lavorazione del disco, come cambia il processo di composizione negli anni, e dà anche modo ai vari componenti della band che da anni lo segue di dire la propria. Beh sicuramente un supporto di cui in molti non potranno proprio fare a meno, visto che difficilmente  - anche se lo auguro con tutto il cuore -, a qualcuno di noi capiterà di poter spiare come si comporta "un vero protagonista della sala di registrazione" con tutto il suo nutrito "equipment"  e di gustare appieno l'esecuzione di un inedito tale "Summer Of Love",  che ritengo  una vera perla e che vi riporterà beati e sognanti indietro nel tempo].   

... e data da ricordare...28 settembre 2004 (pubblicazione di Shangri-La).

Voto reale: 3,5.

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