Mi chiamo Salàd. Beh, dico subito che non sono piazzato benissimo. Persino la mia carta d’identità sembra saperne più di me sul mio conto. Mi da del ‘libero professionista’ con una certa sicurezza. Io non ho le idee così chiare sul come potermi presentare. Mi piacerebbe potermi dire un super eroe. Proprio così. Un super eroe. Soprattutto mi piacerebbe che tale mi considerasse la gente.

Sono fuori? Ci sono buone possibilità.

Son grilli che mi ha messo nella testa il mio creatore pensandomi, un bel po’ di tempo fa ormai, come personaggio da mandare ad ingrassare le file dei buoni (accidenti a lui), e a tal fine mi ha dotato di un super potere. Gìà, un super potere. Posso far materializzare dal nulla lattuga a piacimento su per il deretano di qualsiasi nemico mi si pari davanti. Non importa quanto sia potente, devo solo volerlo e quel che ho detto accade. Son letale più di un cobra. La fisima del super eroe mi ha portato fino al punto di pensare di andare in giro con la esse si Salàd sul petto. Fortunatamente per una volta ho saputo riconoscere una cazzata tra le tante che mi passano per la testa. Quella esse avrebbe creato confusione, aspettative …. francamente penso di aver più pelo io del tizio che con una esse sul petto è diventato famoso, ma il mondo bada più all’immagine … e io mi lascio alle spalle solo culi farciti di lattuga … va beh, non voglio farla lunga, si sarà capito che sono un frustrato di merda.

Nei momenti di down più duri, trovo una mano sulla spalla ascoltando un vecchio disco rock incentrato sulla vita e sulle seghe mentali di Peter Parker. Se qualcuno mi chiedesse da dove salta fuori una cosa del genere mi metterebbe in difficoltà. È roba del 1975 e non occorre essere Jessica Fletcher per scommettere che a quel tempo a monte della faccenda ci sia stata l’idea di mamma Marvel di poter far dei soldi con un musical su Spidy. Lei non si è mai fatta problemi ad investire su di lui. Mentre per quel che mi riguarda mi ha lasciato al mio destino in braghe di tela senza avermi fatto comparire in una sola vignetta.

Ma almeno di Parker non riesco ad essere invidioso, e poi un po’ mi ci ritrovo nelle sue parole quando lo sento cantare di problemi, sensazioni e frustrazioni nel vivere una vita da super eroe, e mi piace anche sentire la voce rassicurante di Stan Lee tra una canzone e l’altra nelle vesti di narratore, riesce a cullarmi un po’ le meningi. Son sensazioni che mi concedono un po’ di sollievo dalla mia vita grama. Sarei tentato di spendere la definizione di ’opera rock’, in fondo gli elementi per poterlo fare ci sono tutti, ma c’è anche una storia di opere rock a cui bisogna portare rispetto ed utilizzare la definizione in questo caso significherebbe dare al disco un ‘importanza che non ha. La musica la si deve ad un gruppo di autori composto tra gli altri dal chitarrista di una prog-rock band americana, i Crack the Sky (John Palumbo), e da un cantante e produttore di jingle radiofonici (Marty Nelson). Sa un po’ di muffa. Cantato, cori, chitarre e suoni tradiscono molto il periodo in cui il disco è stato realizzato, personalmente comunque questo fatto non disturba, trovo la musica piacevolissima. Si gode anche di una certa varietà di genere: c’è del rock à la ‘Time Warp’ (High Wire), del folk rock melodico (Peter Stays And Spider-Man Goes), sentori reggae (New Point Of View), del rock duro e puro (Spider Man), del funk rock (No One's Got A Crush On Peter), cori da musical (Dr. Octopus). Sta roba nelle orecchie e i disegni dell’artwork di John Romita nelle pupille riescono a garantirmi un po’ di minuti di distacco dal mondo, poi torno ad essere Salàd.

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