Se è vero che la scena metal internazionale sta godendo di un rinnovato successo, bisogna comunque ammettere che, nell'ultimo decennio, poche sono le band venute alla ribalta riuscendo a proporre un sound originale e a distaccarsi dalle influenze dei gruppi storici degli anni 80'. Non c'è ricambio generazionale e questo è testimoniato dal fatto che gli headliners dei principali festival metal sono sempre gli stessi (Iron Maiden, Judas Priest, Metallica, Slayer, Megadeth).

I Mastodon rappresentano uno dei rari esempi riusciti ad arrivare al successo riuscendo a creare uno stile personale: dall'uscita del loro primo album, "Remission", il quartetto di Atlanta ha saputo costruirsi un seguito sempre più ampio con la realizzazione di album che sono considerati capolavori sia dalla critica, sia da buona parte del pubblico, e con un'incessante attività live che li ha portati a suonare in giro per tutto il mondo. Ciò che contraddistingue maggiormente il gruppo, è la capacità di rinnovarsi costantemente, con lavori molto particolari e differenti tra loro, ma che riescono sempre e comunque a racchiudere l'essenza del proprio suono, che rifugge da qualsiasi tipo di classificazione. Proprio per questo motivo, ad ogni nuova uscita discografica, si crea sempre molta attesa, non potendo sapere quale sarà il risultato finale.

Dopo il meritato successo di "Crack The Skye", che aveva segnato un radicale cambiamento rispetto ai lavori precedenti, i Mastodon pubblicano il loro quinto episodio della loro carriera discografica, "The Hunter". Sembrano ormai lontani i tempi delle cavalcate violente e sludge di "Remission" e "Leviathan", del growl e delle voci urlate, della complessità di un disco come "Blood Mountain" e del progressive di "Crack The Skye". "The Hunter" rappresenta l'ennesima trasformazione del gruppo, che ha voluto realizzare questa volta un disco immediato e fruibile, con brani che ricalcano maggiormente la forma canzone. Fin dalle prime tracce, i due singoli "Black Tongue" e "Curl Of The Burl", è possibile cogliere gli elementi principali che contraddistinguono questo ultimo lavoro dai precedenti: la complessità è stata abbandonata a discapito di brani immediati e di ritornelli orecchiabili ma mai banali, le voci pulite vanno a sostituire il cantato urlato ed il tutto è accompagnato da una produzione accurata, senza nessuna sbavatura. Per la prima volta, inoltre, i Mastodon non hanno optato per la realizzazione di un concept album, ma hanno deciso di suonare una scaletta eterogenea, che varia dal rock psichedelico e spaziale degli anni 70' ("Stargasm") ad uno stoner che ricorda vagamente i QOTSA ("Dry Bone Valley"), per passare poi a episodi che riescono a conciliare nel migliore dei modi il nuovo sound dei Mastodon con il tecnicismo dei lavori precedenti ("Octopus Has No Friends" e l'ottima "All The Heavy Lifting") o, in altri casi, con brani più veloci e violenti ("Blasteroid" e, soprattutto, "Spectrelight").

Quello che mai ti aspetteresti è sentirli suonare in brani come "The Hunter", una sorta di ballata dedicata al fratello di Brent Hinds (morto durante una battuta di caccia), arricchita da un assolo struggente, o "Creature Lives", introdotta da un commovente giro di basso cui sussegue un cantato ricco di cori e molto orecchiabile. In questi punti del disco, il metallaro più intransigente, capelli lunghi, chiodo e birra in mano, molto probabilmente si starà chiedendo se è finito in un disco pop (oddio!) e comincerà a pensare che i Mastodon si siano completamente venduti, ma in realtà, superato lo stupore iniziale, bisogna comunque riconoscere che si tratta anche in questo caso di canzoni davvero molto buone, che evidenziano ancora una volta la bravura dei nostri a cambiare continuamente genere e a sfuggire da qualsiasi tipo di classificazione.

L'edizione limitata di "The Hunter", oltre ad avere un diverso artwork, aggiunge anche un dvd, che ripercorre i tratti salienti della lavorazione del disco, con un commento track-by-track da parte di Brann Dailor (ottimo ancora una volta il suo contributo alla batteria), e che contiene inoltre il video di "Black Tongue", dove protagonista è AJ Fosik, autore della scultura "The Hunter", di "Stargasm" e, infine, di "Deathbound", pezzo non compreso nell'album.

In conclusione, "The Hunter" è davvero un ottimo album, che non arriva all'eccellenza solamente per il fatto che i Mastodon, nel recente passato, sono riusciti a stupirci ancora di più con capolavori come "Leviathan", "Blood Mountain" e "Crack The Skye". La capacità di rinnovarsi costantemente, pur riuscendo a mantenere la propria essenza, e di riuscire a stupire sempre il proprio pubblico, realizzando ottimi album, fanno dei Mastodon una delle migliori realtà della scena metal attuale.

Voto: 8,5/10

Tracklist:

Black Tongue
Curl Of The Burl
Blasteroid
Stargasm
Octopus Has No Friends
All The Heavy Lifting
The Hunter
Dry Bone Valley
Thickening
Creature Lives
Spectrelight
Bedazzled Fingernails
The Sparrow

 

Dvd: Track by Track Commentary, Making of "The Hunter", "Deathbound" video, "Black Tongue" video, "Stargasm" psychedelic visualizer.

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