Solo due recensioni, solo due recensioni per un masterpiece come "Kick Out The Jams", si potrebbe dire molto su questo album registrato al Grand Ballroom di Detroit nel glorioso 1969.
Woodstock fu l'evento dell'anno, ma qui non si parla di pace qui si parla di quattro ragazzi di Detroit che non sanno suonare, sognatevi Robert Fripp e i Gentle Giant qui si parla del Rock più puro mai uscito da un Live, se gli Stooges di Iggy Pop scandalizzavano le folle e cambiavano il Rock i loro "rivali" gareggiavano con qualsiasi band emergente e incazzata del periodo.
Una delle più autentiche testimonianze del Detroit Rock, se qualche anno dopo i Ramones e i Sex Pistols hanno dato il via a uno dei movimenti più discussi della storia del Rock qua si parla di antenati veri e propri del Punk, "Kick Out The Jams" è la testimonianza che gente come Wayne Kramer e Rob Tyner può cambiare la musica.
Gli MC5 non fanno altro che portare avanti la musica dei Blue Cheer e degli Iron Butterfly, fondamentalmente è una band di ragazzini incazzati e drogati, questo è il bello di questo show, il desiderio di spaccare tutto portato avanti dagli Who, gli MC5 non volevano concept, non volevano stupire la gente o aspirare a diventare una delle più grandi band della storia, volevano solo urlare la loro rabbia e suonare da schifo e questo è stato il segreto del già citato Iggy Pop e come sia andata a finire per la band di Kramer e Iggy si sa. "Are you ready to testify are you ready and i give you the MC5" parte Ramblin Rose con le chitarre di Kramer graffianti come sempre e Tyner fuori di se, come vuole la tradizione dei Live made in Detroit arriva la title track con un altra frase "And right now, right now, right now is time to..kick out the jams motherfuckers!" traccia che sprigiona la forza di questa band e la primitività del sound, personalmente la prima volta che ascoltai l'album pensai si trattasse di un manifesto, oggi lo ascolto con piacere e pure le canzoni successive, fra cui pezzi blues come "Borderline", "Rocket Reducer" e la famosa versione di "Starship" sono manifesti, l'influenza che hanno avuto gli MC5 è impressionante, radici del punk.
Come per tante band questo Live fu la prima e l'ultima grande opera, successivamente pubblicarono "Back In The U.S.A." con riferimenti al blues degli Stones, Kramer dopo qualche anno si unì per un periodo a Johnny Thunders con cui instaurò una grande amicizia, spesso sfocata in litigi e risse nel mondo Punk, spesso gli MC5 sono dimenticati, non sapevano suonare e non avevano grandi ambizioni ma hanno fatto storia con un disco fantastico, se oggi sono spesso ignorati dai critici e da siti come questo (2 recensioni) come "Quicksilver Messenger Service" e "Foetus" evidentemente hanno lasciato il segno, spesso ci si dimentica di chi ha reso grande la musica e questo è un peccato per masterpiece come Kick Out The Jams.
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