Ehi amico, derivativi? Probabile. Ma chi può dirlo? E poi, onestamente, chi se ne frega?
Ricordi il predecessore di questo disco? Il loro esordio. Dai, "Shot Forth Self Living". No?
L'ascolto di quel disco è obbligatorio. Non dovresti mai perderti una "Short Happy Life" o una "Christmas Song". Nessuno dovrebbe.
Non vale meno di un "Loveless", quel disco, ma niente paragoni. Entrambi meritano di essere.
Sentimi. Quel debutto dei Medicine è stato recensito su DeBaser, in maniera piuttosto originale ed impeccabile, da un certo "lux".
Fa' una cosa. Cercati quella recensione, amico. Quello scritto merita e fa luce sulla band. Dovresti proprio leggerlo. Tutti... va beh.

Come dici? I Medicine? Beh, sono stilisticamente vicini ai My Bloody Valentine, tanto da esser considerati la loro retta parallela americana. Anche se poi il loro debutto risale al '92, addirittura un anno dopo "Loveless", figurati.
Ma sai cosa? Pensano meno alle loro scarpe e sono più rumorosi. No, non esattamente fastidiosi. E' che forse, pur non essendolo, la loro produzione risulta un po' più lo-fi al cospetto di quella degl'irlandesi. E poi, va beh, voce femminile caratterizzata da melodie pop, hai presente? "I 'My Bloody Valentine' che suonano 'Pet Sound'", lessi da qualche parte.
Comunque non fraintendermi quando dico "rumorosi". Quella musica è sognante, catartica. Inutile. Devi ascoltare quell'esordio.
No no, puoi stare tranquillo, non li scambi con i My Bloody Valentine. Poi c'è quella componente che li rende unici.
Cos'è? Boh, non ne ho idea. Anzi. Beh. Insomma, è che non te lo so spiegare. Devi provarlo sulla tua pelle.

Questo disco invece? Lascia stare, per ora. E' la brutta copia del precedente. Manca di nuovi spunti. E pure di quelli vecchi che caratterizzarono la magia e l'impeccabilità di "Shot Forth Self Living". Questo è pesante come pochi, forse per una produzione che lascia un po' a desiderare. Certo, qualche brano meritevole c'è, ma nel complesso non ci siamo proprio.
Hai presente quando il campione, quello buono, che ti ha emozionato, perde? Non quando perde e ti delude. Né quando frivolamente lo giustifichi dato il suo glorioso passato. Ma quando gli sei umanamente solidale. Lo capisci. E magari ti emoziona ugualmente. Ecco.

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