C'erano tutte le premesse per un live potente e lo si è visto e vissuto anche da chi, come me, in una posizione scomoda e senza ticket (all'ingresso un cartello con su scritto "concerto dei melvins sold-out" ne era premonitore!) ha potuto comunque godere di king buzzo e soci.

Il mitico, in grande forma e con un grosso mantello nero e il vibrante capello da "telespalla bob" ha tenuto un concerto in grande stile, facendo pogare orde di ragazzini imberbi schierati nelle prime file con grande sorpresa del sottoscritto... una dimostrazione, questa, che grunge, heavy, doom o qualsiasi altra cosa sia quell'accozzaglia di suoni distorti dissonanti e lenti è ancora quanto mai attuale nonostante i trent'anni e gli innumerevoli dischi sfornati dalla band di seattle... quasi a dire che la città della pioggia abbia in sè il potere di non sfoderare esclusivamente bionde vergini (e ogni riferimento alla cronaca attuale è puramente casuale) ma soprattutto musicisti che continuano a dare senso ad una storia.

Il locale romano, strapieno, ha comunque retto l'impatto del pubblico, sudatissimo fin dalle prime battute del concerto (il successivo assalto al merchandise per l'acquisto di t-shirt un pò troppo care ne è stata la dimostrazione!!). Uno dopo l'altro i Melvins hanno suonato e spaccato con i loro successi (termine molto molto improprio!!!) compreso l'ultimo album non proprio esaltante e non tradendo le aspettative non solo del pubblico presente nel locale ma anche di chi stava fuori... impossibile non muovere il corpo pur senza stare viscidamente adesi e maleodoranti insieme agli altri... e il desiderio quanto mai inusuale era notevolmente presente!

La sensazione che rimane è di cazzuta soddisfazione così come l'evidenza, agli occhi e nello stomaco, di una band che sa veramente esaltare il pubblico senza distinzione di età, indistinto proprio come il loro genere, privo di etichette e di inutili classificazioni: il seattle sound non muore a green river...

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